Nordio: «Non ci sono toghe sgradite ma la loro libertà è vincolata dal dovere di imparzialità»
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Ministro Carlo Nordio l’Anm denuncia attacchi mirati ad assoggettare i giudici alla politica. È così?«No. E non capisco da dove traggano questa convinzione. Mi attendo argomentazioni logiche, non slogan folcloristici». Temono che screditarli prepari il terreno per sottomettere alla politica il controllo di legalità. La separazione delle carriere non è il primo step?«No. Esiste in tutti i Paesi democratici che hanno introdotto, come noi, il codice accusatorio. (Corriere Roma)
Ne parlano anche altre fonti
"È evidente che si vorrebbero dei magistrati allineati a quelle che in qualche modo sono le indicazioni della politica. E la preoccupazione è ancora più forte in una stagione di riforme costituzionali che in realtà, al di là di quello che viene detto apertamente dal ministro, mirano secondo noi proprio a ridimensionare il ruolo e il tono costituzionale della giurisdizione in questo Paese". (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Una rassegna "policentrica, con quattro o cinque questioni da affrontare": Daniele Capezzone presenta così la sua "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettissima di oggi. (Liberoquotidiano.it)
La separazione delle carriere è il primo step". Non esistono "giudici sgraditi" o la volontà di assoggettare i magistrati alla politica, "sono solo slogan folcloristici, nessuna toga sgradita. (Secolo d'Italia)
Così, dopo la Corte Costituzionale che ha bocciato i 7 undicesimi della riforma dell’autonomia differenziata e mentre l’altra legge bandiera, quella sul premierato, segna invece il passo, ecco ieri l’Anm mettere per iscritto – in due documenti – l’accusa al governo di “preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo della legalità”, puntando il dito su un’altra riforma cardine della legislatura, quella sulla separazione delle carriere che, a giudizio delle toghe, finirebbe con il sottoporre i pm alle direttive dell’Esecutivo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
ROMA — «C’è un fatto inedito con cui fare i conti. Il governo e questa maggioranza hanno deciso di portare avanti un conflitto totale con la giurisdizione e la magistratura. Chi non si adegua viene bastonato», è la premessa di Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Pd. (la Repubblica)
«Nell'ultimo periodo abbiamo assistito da parte di una certa politica ad attacchi sempre più frequenti a provvedimenti resi da magistrati italiani nell'esercizio delle loro funzioni giurisdizionali, criticati non per il loro contenuto tecnico-giuridico, ma perché sgraditi all'indirizzo politico della maggioranza governativa». (Corriere della Sera)