Anm, il documento contro il governo? Un'intimidazione: fermare la riforma della giustizia
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Salvatore Dama 18 novembre 2024 Ecco la reazione dei magistrati. Dopo giorni di polemiche, arriva un documento durissimo dell’Anm in cui si accusa il centrodestra di condurre una campagna denigratoria verso i giudici. Oltretutto funzionale a un progetto. Quello di «preparare il terreno» a una riforma, sulla separazione delle carriere e sul Csm, che vuole «assoggettare» il potere giurisdizionale alla politica. (Liberoquotidiano.it)
Su altre fonti
Serracchiani, questa destra si riconosce nella separazione dei poteri su cui si fonda la Costituzione? ROMA — «C’è un fatto inedito con cui fare i conti. Il governo e questa maggioranza hanno deciso di portare avanti un conflitto totale con la giurisdizione e la magistratura. (la Repubblica)
Le invasioni di campo della magistratura nelle faccende politiche quotidiane, l’interventismo giudiziario in materia di contrasto all’immigrazione irregolare. Incalzato dal Corriere della Sera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio fa una panoramica a 360 gradi dell’aria viziata che, negli ultimi giorni, si respira politicamente in Italia. (il Giornale)
A volte il paradosso nel nostro Paese supera i confini della realtà. È il caso del documento dato alla luce ieri dal comitato centrale dell'associazione magistrati, che già nel nome richiama un organismo classico dei partiti comunisti di un tempo. (il Giornale)
Un giudice non dev'essere solo imparziale ma lo deve anche apparire, questa è la lezione che Nordio ha ricordato ai magistrati italiani: "Più parla e più si espone al rischio di vulnerare questa sua apparenza" (il Giornale)
L'Anm bacchetta la stampa cui vorrebbe insegnare i rudimenti di etica per un presunto «linciaggio mediatico» cui sarebbero sottoposte le toghe al centro delle sentenze svuota Cpr in Albania e in Italia, un metodo «cui certa politica e un certo giornalismo (quale? ndr) si è prestato» per colpire «i giudici e la loro naturale tensione a decidere liberi dalle proprie convinzioni e passioni: scrutare la vita delle persone, riportando le loro vicende intime, del tutto prive di rilevanza pubblica, è condotta non in linea con l'etica giornalistica». (il Giornale)
ROMA — Non intendono più restare a guardare, i magistrati. Né subire in silenzio l’assalto contro singoli giudici e l’intera categoria, accusata dal governo di essere politicizzata solo per aver fatto il suo dovere: scrivere sentenze a norma di legge, criticate «perché sgradite all’indirizzo della maggioranza» di turno. (la Repubblica)