Padre Lucio, cappellano a Rebibbia: «Noi non siamo le nostre colpe»
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«È un giorno memorabile, ma il Giubileo non deve durare un giorno. Desideriamo che diventi occasione di cambiamento per i detenuti e per l’intera società, perché il carcere non sia più considerato uno scarto ma un luogo di riscatto. E perché si arrivi a un cambio di mentalità che deve riguardare tutti: l’uomo non è il suo errore. Se per tanta gente i detenuti sono gli ultimi, nel cuore di Dio sono i primi». (Avvenire)
La notizia riportata su altri giornali
Il sogno di alcuni detenuti che a lui, segretario della Commissione CEI per le migrazioni e delegato per l’ambito della carità, hanno confidato: “Sì, ok, c’è il Giubileo ma per noi cosa significa? A noi cosa cambia? Cosa c’è per noi di speciale?”. (Vatican News - Italiano)
L’indulgenza plenaria è un istituto della Chiesa cattolica che prevede la cancellazione totale del peccato e della pena derivante. Secondo le indicazioni della Penitenzieria Apostolica l’indulgenza potrà infatti anche essere applicata in forma di suffragio alle anime del Purgatorio. (Il Sole 24 ORE)
Papa Francesco ha aperto la Porta Santa al carcere di Rebibbia, un gesto simbolico voluto fortemente dal Pontefice per coinvolgere tutta la popolazione carceraria del mondo nel Giubileo. “Ho voluto che la seconda Porta Santa fosse qui, in un carcere. (Il Fatto Quotidiano)
"Il gesto di Papa Francesco verso le persone che vivono in carcere richiama la politica a farsi carico delle condizioni di vita dei detenuti in un anno in cui nulla si è fatto per ridurre la sovrappopolazione, intervenire sul degrado e sulle cause dei troppi suicidi. (Tiscali Notizie)
Il penitenziario, tra i più grandi d’Italia, ospita 1.585 detenuti, ben oltre la sua capienza ufficiale di 1.170 unità. L’evento, che dà ufficialmente inizio ai festeggiamenti per l’Anno Santo 2025, si svolge nel carcere romano di Rebibbia, simbolo di speranza per chi vive la realtà della detenzione. (Liberoquotidiano.it)
Più volte, in questi undici anni di pontificato, ha raccontato che ogni volta, quando visita una prigione, si chiede: «Perché loro e non io?». È la prima volta che si apre una porta santa in carcere, «tutti i giorni prego per voi, non è un modo di dire, penso e prego per voi», mormora alla fine, e davvero non è un modo di dire. (Corriere Roma)