Elon Musk enterà nel team di Trump come "specialist" alla spending review? Gli altri nomi, da Elbridge Colby a Mike Pompeo

Elon Musk enterà nel team di Trump come specialist alla spending review? Gli altri nomi, da Elbridge Colby a Mike Pompeo
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L'America ha scelto l'uomo forte Donald Trump, l'amministratore delegato, il tycoon. Arriverà un'amministrazione con personalità dello stesso calibro. Intanto il presidente in pectore ha informato dal palco che «è nata una stella» ed è Elon Musk. Punta molto su di lui: in campagna elettorale aveva promesso che gli avrebbe affidato una commissione per ridisegnare i poteri federali e tagliare la spesa pubblica di un terzo. (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altri giornali

Il quale non ha certo frenato il suo entusiasmo per l’affermazione del suo candidato pubblicando sulla sua piattaforma X il verdetto tennistico: gioco, partita incontro. Il neo presidente, ancora teso per il gocciolamento dei risultati, non si era cambiato nemmeno la camicia che ha voluto pubblicamente ringraziare il suo principale sponsor: Elon Musk. (L'HuffPost)

Il fervente supporto del miliardario al leader repubblicano potrebbe essere ripagato con un ruolo di spicco nella squadra di Trump: all'orizzonte ci sono tagli alla spesa pubblica e benefici per l'impero commerciale dell'imprenditore sudafricano (Open)

I circa 119 milioni di dollari iniettati nella macchina della campagna elettorale. La compresenza sul palco agli ultimi comizi. L’intervista in mondovisione sulla sua piattaforma social X. Nessun tycoon ha sostenuto la corsa di Donald Trump alla Casa Bianca con la potenza economica e l’entusiasmo di Elon Musk (nella foto qui sotto), il numero uno della Tesla. (AlVolante)

Elezioni americane, Musk esulta su X: «Game, set and match». Staff di Harris: «C'è ancora tempo»

Potrebbe fare il ministro dell’efficienza del governo di Donald Trump e tagliare qualche centinaio di agenzie federali che ritiene inutili; potrebbe fare il consigliere della Casa Bianca, una specie di presidente ombra, ruolo che si è guadagnato sul campo per quello che ha fatto nella trionfale campagna presidenziale; oppure potrebbe semplicemente, si fa per dire, continuare a far crescere le sue aziende, ovvero 1) mandare altri razzi nello spazio che fanno avanti e indietro come nessun altro sa fare, come ha detto Trump nel discorso della vittoria; 2) completare la costellazione di satelliti Starlink che portano Internet ovunque nel mondo, anche in zone di guerra, come l’Ucraina; 3) mettere sulle strade le auto a guida totalmente autonoma di Tesla, che è già la marca di auto elettriche più vendute del mondo; 4) lanciare sul mercato i suoi robot umanoidi di cui per ora abbiamo visto soltanto delle dimostrazioni, taroccate peraltro; 5) finire i test clinici su Neuralink, il sistema che consentirà a chi è affetto da gravi patologie neurologiche di comunicare tramite un computer; 6) e vincere la sfida dell’intelligenza artificiale con il modello linguistico Grok. (la Repubblica)

In un mondo in cui sono tutti visionari, c'è chi lo è veramente. Cosa potreste dire di uno nato in Sudafrica con il passaporto canadese e che vuole diventare l'uomo più potente d'America? Non potendo essere presidente, visto che è nato all'estero, allora si inventa di sposarne (politicamente) uno, che poi è quello che poi vince le elezioni. (il Giornale)

Il miliardario ceo di SpaceX e Tesla ha twittato: «Ho appena votato nella contea di Cameron, in Texas, sede di Starbase!». Elon Musk, il più importante e potente sostenitore di Donald Trump, ha espresso il suo voto ieri in Texas. (ilmessaggero.it)