Giubileo 2025, Papa Francesco apre la Porta santa nel carcere di Rebibbia. Poi la messa con i detenuti: “Non perdete mai la speranza”
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Nella mattinata di Santo Stefano Papa Francesco ha aperto la seconda Porta santa nel carcere romano di Rebibbia, voluta proprio da lui per coinvolgere la popolazione carceraria nel Giubileo 2025. Il pontefice ha varcato la soglia a piedi e non sulla sedia a rotelle, come invece aveva fatto la vigilia di Natale aprendo la porta principale, nella basilica di San Pietro. Accanto a lui il vescovo ausiliare di Roma, monsignor Benoni Ambarus. (Il Fatto Quotidiano)
Ne parlano anche altre testate
Quando a chi scrive capitò, anni fa, di entrare nel laboratorio senese di Vico Consorti, autore della Porta Santa di San Pietro, già molto anziano, l’impressione fu quella di un vegliardo senza tempo, in simbiosi anzi fuso anche lui con le sue opere. (L'HuffPost)
Ore ed ore, mezza giornata in fila al freddo pur di poter varcare la soglia della Porta Santa e ottenere l'indulgenza plenaria. Migliaia di pellegrini, i primi dei circa 35 milioni di fedeli attesi a Roma per il Giubileo, si sono messi in coda dalle prime ore di mercoledì, nel giorno di Natale, per accedere a piazza San Pietro (Repubblica Roma)
Giubileo 2025, Papa Francesco apre la seconda Porta Santa nel carcere di Rebibbia 26 dicembre 2024 (Il Sole 24 ORE)
La seconda Porta Santa del Giubileo 2015 è quella di un carcere. Papa Francesco è arrivato nell’istituto penitenziario di Rebibbia alle 9. Ad attenderlo, tra gli altri, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio e il capo del Dap, il dipartimento amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo. (La Stampa)
Giubileo, ecco cosa è e come ottenere l’indulgenza plenaria anche per le anime del Purgatorio (Il Sole 24 ORE)
Papa Francesco ha fatto ritorno nella Casa Circondariale di Rebibbia. La seconda Porta Santa del Giubileo 2025, dopo quella di San Pietro la notte di Natale, la ha voluta aprire in un carcere a simboleggiare il legame strettissimo che lega il Giubileo al mondo penitenziario, immaginando gesti di clemenza verso i detenuti come avveniva anche in antichità. (ilmessaggero.it)