Usa, il tribunale fa a pezzi Greenpeace: dovrà pagare 660 milioni a Energy Transfer
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Una sentenza durissima, una sanzione monstre da 660 milioni di dollari. Questa la pena inflitta all'organizzazione ambientalista Greenpeace per le proteste contro la costruzione del Dakota Access Pipeline ad opera della società Energy Transfer. Una condanna che potrebbe mettere in ginocchio la Ong negli Stati Uniti e di fatto paralizzare del tutto la sua attività. Il verdetto del tribunale del North Dakota, emesso mercoledì scorso, traduce praticamente le accuse secondo le quali il ruolo dell’ong nelle proteste del 2016-2017 contro l'oleodotto ne ha ritardato la costruzione, aumentato i costi e danneggiato la reputazione di Energy Transfer. (Il Dubbio)
La notizia riportata su altri media
L’accusa di Energy Transfer Una giuria composta da nove giudici del tribunale di Mandan, in North Dakota, ha ritenuto l’azienda colpevole di diffamazione e di centinaia di milioni di dollari di danni contro le operazioni di Energy Transfer. (Milano Finanza)
La sentenza di un tribunale del South Dakota ha condannato Greenpeace a risarcire l’azienda fossile Energy Transfer. Una giuria del tribunale di Mandan, nel North Dakota, negli Stati Uniti, ha stabilito che l’ong ambientalista Greenpeace deve pagare 660 milioni di dollari di danni (più di 600 milioni di euro) a Energy Transfer, un’azienda texana che si occupa di trasporto e stoccaggio di combustibili fossili. (LifeGate)
Una giuria del North Dakota ha condannato Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari per danni causati dalle proteste contro l’oleodotto Dakota Access. La sentenza, emessa il 19 marzo 2025, rappresenta una delle più pesanti mai inflitte a un’organizzazione no-profit. (Nicola Porro)

La Energy Transfer Partners, con sede a Dallas, aveva fatto causa a Greenpeace nel 2019, accusando il gruppo ambientalista di aver architettato e applicato un sistema di proteste al fine di diffondere informazioni errate, causando perdite finanziarie all’azienda. (il manifesto)
Greenpeace dovrà risarcire il gestore di un oleodotto in North Dakota per una cifra complessiva di 660 milioni di dollari, per i danni causati dalle proteste contro la sua costruzione. (L'HuffPost)
Greenpeace è stata condannata a pagare alla società petrolifera che gestisce l'oleodotto Dakota Access 660 milioni di dollari di danni dopo che oggi una giuria del North Dakota ha dichiarato l'associazione ambientalista globale colpevole di diffamazione. (Sky Tg24 )