"Buffone, vai via". Lo youtuber Cicalone cacciato dalla manifestazione pro-Palestina

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Repubblica Roma INTERNO

L'ex pugile, youtuber e "giustiziere" dei trasporti pubblici romani Simone Cicalone, si è presentato in mezzo alla folla di migliaia di persone radunata in piazzale Ostiense a sostegno della Palestina. Non è stato accolto bene, i manifestanti gli hanno urlato contro e gli hanno poi chiesto di andare via. La replica: "Sono venuto da privato cittadino. Mi sembra un po' aggressiva come reazione". (video Marco Carta) (Repubblica Roma)

Ne parlano anche altre testate

Chi scrive, di queste manifestazioni di centri sociali, antagonisti, pro-Palestina, movimenti per la casa e similari, ne ha viste a bizzeffe. Gli organizzatori pretendono di muoversi in corteo lì dove è stato loro precluso, provano a trattare con le forze dell’ordine e poi cercano di prendersi con la forza quello che ritengono un loro diritto. (Nicola Porro)

"La decisione - spiegano dal Viminale - è scaturita sulla base di valutazioni legate a informazioni acquisite nelle scorse settimane che lasciavano presagire rischi per l'ordine pubblico. Il primo fattore critico era rappresentato dagli infiltrati intenzionati a utilizzare una numerosa manifestazione per confondersi all'interno di un corteo più ampio e attaccare obiettivi sensibili oltre che le forze di polizia, come poi effettivamente avvenuto a piazzale Ostiense". (Il Piccolo)

Sulla manifestazione pro Palestina che si è svolta il 5 ottobre sarà necessario fare un ragionamento più approfondito nei prossimi giorni, ma a caldo alcuni punti sono, ad avviso di chi scrive, fondamentali, da chiarire subito. (left)

La ferocia di Netanyahu e il fanatismo in piazza a Roma

Ci sono 10 persone ferite, tra cui una ragazza colpita “violentemente” alla testa. Al corteo pro Palestina (vietato dalla Questura) gli agenti hanno caricato i manifestanti, lanciato lacrimogeni e usato gli idranti per disperdere la folla. (Il Giornale d'Italia)

Quando la manifestazione convocata da Udap, Giovani Palestinesi e Associazione dei palestinesi in Italia era stata appena sciolta dagli organizzatori, un drappello di poche decine di persone ha cercato di forzare il blocco della polizia tra Piramide e viale Ostiense (il manifesto)

Facciamo sempre la cosa più ovvia. Forse è per questo che non cambiamo mai, che ricorriamo alla vendetta come se fosse un anestetico e non un veleno. Mi ci ha fatto ragionare Amelia Fresia, la moglie di Bruno Gambarotta, insegnante cattolica torinese in pensione che ha avuto dodici familiari sterminati ad Auschwitz e una zia tornata per miracolo. (La Stampa)