Biancaneve: analogie e differenze tra live action e il film d'animazione Disney

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Tra tante polemiche (in parte come sempre sterili) è arrivato al cinema Biancaneve il live action tratto dall'omonimo Classico Disney del 1937, primo lungometraggio d'animazione della storia a sua volta adattamento della fiaba tedesca dei Fratelli Grimm. Come di consueto oramai sulle pagine di Movieplayer vogliamo comparare le due versioni, ricordando che è un racconto talmente popolare da essere stato trasposto più volte sul grande schermo nel corso degli anni. (Movieplayer)

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Rachel Zegler è Biancaneve nel nuovo live Action della Disney, accolto in modo molto negativo da pubblico e critica Biancaneve arriva nelle sale facendo registrare segnali preoccupanti per la Disney, sia per ciò che riguarda gli incassi che la critica, spesso generosa oltre il ragionevole con i live action. (Today.it)

Il remake live action di “Biancaneve” passerà alla storia come una delle produzioni più travagliate di sempre e non solo per l’impronta woke testimoniata dalla scelta della protagonista – la latina Rachel Zegler –, dalla sostituzione dei nani con delle creature magiche inclusive e ancora dall’assenza del maschio-ricco-eterosessuale principe azzurro. (il Giornale)

“Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. Rachel Zegler as Snow White in DISNEY's live-action SNOW WHITE. Photo courtesy of Disney. 2024 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved. (Servizio Informazione Religiosa)

La più grande contestazione avanzata nei confronti del live-action di Biancaneve è stata la scelta di chiamare come protagonista Rachel Zegler, al debutto cinematografico nel 2021 con il remake di West Side Story di Steven Spielberg. (Vanity Fair Italia)

Negli ultimi anni pochi film hanno suscitato polemiche irritate come Biancaneve: il nuovo live-action Disney, che riprende il classico dell'animazione datato 1937, è stato fin da subito accusato di essere un film woke, ovvero eccessivamente progressista dato i suoi toni di inclusione per esempio nell'avere una protagonista, Rachel Zegler, che è di origini ispano-americane e quindi non è “bianca come la neve”; d'altra parte alcuni osservatori l'hanno definito un film dalla storia vetusta, che ripropone aspetti problematici come l'infantilizzazione dei nani o il bacio finale dato senza consenso. (WIRED Italia)

Questo perché in scena i sette nani non sono interpretati da attori nani in carne ed ossa, ma sono il risultato di un'elaborazione digitale in CGI (Il Fatto Quotidiano)