Nuovi Lea, un’attesa durata otto anni: ecco cosa prevedono
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Dopo lunga attesa, lo scorso novembre è stato pubblicato il Decreto Tariffe che aggiorna le prestazioni che il Sistema sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, i cosiddetti Livelli essenziali di assistenza Lea. Concluso un iter travagliato, e mentre sui nuovi Lea si sta già giocando un altro nuovo braccio di ferro, ingaggiato dalla sanità privata, scontenta per l’inadeguatezza delle tariffe previste a rimborso delle prestazioni fornite, la speranza è ora che le prestazioni garantite ai cittadini vengano periodicamente e costantemente riviste, senza dover aspettare altri otto anni per il prossimo aggiornamento. (Vita)
Ne parlano anche altri media
Tariffe e Cup, disagi e disservizi, intervento di Anisap Basilicata, Federbiologi e Federlab: tutto come previsto. Di seguito la nota integrale. (Sassilive.it)
«Siamo sommersi dalla burocrazia. Il neo presidente dell’Ordine provinciale dei medici, Sebastiano Cavalli, si fa portavoce dei disagi incontrati dai colleghi con l’entrata in vigore, il 1° gennaio… (La Stampa)
Così il Ministro per i Rapporti con il Parlamento in risposta ad un’interrogazione di Italia Viva durante il Question time alla Camera. (FNOB)
Il nuovo nomenclatore tariffario nazionale avrebbe dovuto garantire uniformità e correttezza nell’erogazione delle prestazioni, ma non è così ed a soffrire sono anche i laboratori di patologia, generando preoccupazioni tra gli operatori e incertezze per i cittadini. (Sicilia Medica)
L’obiettivo (per ora ma… È la sintesi di quanto sta accadendo nella sanità piemontese, e non solo, dove l’introduzione dei nuovi nomenclatori tariffari, da inizio anno, ad oggi sta producendo più disagi che benefici. (La Stampa)
Così il Ministro per i Rapporti con il Parlamento in risposta ad un’interrogazione di Italia Viva durante il Question time alla Camera. “In questo contesto, devo ancora ricordare la previsione introdotta dalla legge di bilancio 2025, circa la possibilità concessa a tutte le regioni di fissare tariffe anche superiori a quelle nazionali, a patto che le stesse regioni abbiano congrue risorse per garantire la conseguente spesa”. (Quotidiano Sanità)