Selva di Cadore: famiglia ebrea respinta da una struttura alberghiera: “Spiacenti ma non accettiamo israeliani”
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Selva di Cadore (Belluno). Respinti dall’albergo, in quanto ebrei. E, per questo, ospiti sgraditi della struttura. È quanto è accaduto a una israeliana, che a inizio novembre aveva tentato di prenotare una vacanza, durante il periodo natalizio, nell’hotel Garnì Ongaro di Selva di Cadore, sulle Dolomiti bellunesi. Ricevendo una risposta agghiacciante: «Buongiorno, vi informiamo che gli israeliani … (La Stampa)
La notizia riportata su altri media
Un nuovo caso di rifiuto verso turisti israeliani in Veneto. Questa volta è accaduto in una struttura ricettiva del Cadore, a pochi mesi da un episodio simile avvenuto a luglio. (Sky Tg24 )
Per la seconda volta in pochi mesi, dopo un episodio analogo registrato lo scorso luglio, da una struttura ricettiva del Cadore giunge un messaggio di rifiuto all’accoglienza di turisti israeliani. (Radio Più)
Una coppia di israeliani prenota due notti all’Hotel Garnì Ongaro di Selva di Cadore – di cui è giusto, doveroso fare il nome per esteso, visto il seguito. (La Stampa)
Una struttura ricettiva del Cadore avrebbe rifiutato due clienti, turisti israeliani. Ma stavolta, a dispetto di quanto era invece emerso con un host di Airbnb, su cui c’era stata una mal interpretazione, il rifiuto è chiaro. (Open)
“Buongiorno. Pertanto, qualora vogliate cancellare la vostra prenotazione, sarete felici di farlo, e altrettanto lo saremo noi di offrirvi una cancellazione gratuita”: non ha usato metafore Patrik Ongaro, titolare dell’omonimo Garni a Selva di Cadore che sulla piattaforma Booking, in inglese, ha invitato alcuni clienti israeliani ha disdire la prenotazione che avevano perfezionato per trascorrere qualche giorno di vacanza all’ombra del Pelmo. (ilgazzettino.it)
In un recente e controverso episodio accaduto nel cuore del panorama montano delle Dolomiti, una struttura alberghiera ha negato l’ospitalità a una coppia israeliana, invocando motivazioni che hanno immediatamente destato scalpore e indignazione. (Nicola Porro)