COP29, la protesta degli Stati insulari e dei Paesi in via di sviluppo
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Alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Baku, in Azerbaigian (Cop29), i paesi sviluppati hanno alzato a 300 miliardi di dollari (267 miliardi di franchi al cambio attuale) all'anno la loro proposta per il fondo di aiuti ai paesi in via di sviluppo (ieri ne avevano proposti 250), ma i paesi meno vulnerabili ritengono che questi soldi siano ancora troppo pochi. (Corriere del Ticino)
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Il punto principale sul quale si è discusso è stato il finanziamento verso i Paesi in via di sviluppo: "Almeno 300 miliardi di dollari all'anno entro il 2035", stabilisce l'accordo di Baku, fissando questo "nuovo obiettivo collettivo", in sostituzione del precedente di 100 miliardi all'anno. (Il Giornale d'Italia)
Per l'esperto Jacopo Bencini, nei confronti dei sempre più numerosi conflitti come in quello del riscaldamento globale, il mondo è paralizzato da una sorta di negazione. (Avvenire)
Doveva essere la Cop dedicata alla Finanza (il dossier più importante) ma, oltre che riservare un risultato molto deludente sul fronte delle risorse che i Paesi industrializzati mobiliteranno per il Sud del mondo, sarà ricordata anche come la Cop dello stallo nella riduzione delle emissioni e dell’uscita dai combustibili fossili. (Il Fatto Quotidiano)
E l'altro ieri è stato più esplicito sui contributi elvetici con il quotidiano romando Le Temps: «La Svizzera sta già adempiendo ai suoi obblighi pagando 700 milioni di franchi all'anno. (Corriere del Ticino)
Il titolo della serata, come sempre perfettamente indicativo del relativo contenuto, è stato “La porta aperta – Etica e Finanza nella leadership di genere”: al centro del dibattito e protagonista delle condivisioni di storia personale regalate al pubblico da alcuni relatori, particolarmente di alcune professioniste dello stesso Pavia e Ansaldo, c'era il valore della diversità di genere nelle best practice di importanti realtà finanziarie quali AXA IM e Comgest. (Il Giornale d'Italia)
Il Baku Finance Goal contiene un obiettivo fondamentale per i Paesi sviluppati di assumere la guida nella mobilitazione di almeno 300 miliardi di dollari all'anno per i Paesi in via di sviluppo entro il 2035. (Tiscali Notizie)