Il gas russo non passerà più dall’Ucraina
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Un addetto di Gazprom al lavoro nella stazione di Suzha, in un territorio da 4 mesi sotto il controllo delle truppe ucraine - Ansa Gli accordi per il trasporto di gas russo in Europa attraverso l’Ucraina erano uno dei pochissimi concreti casi di collaborazione tra Mosca e Kiev che avevano resistito alla guerra. Nonostante il conflitto, ogni giorno anche quest’anno circa 40 milioni di metri cubi di gas naturale proveniente dai giacimenti siberiani sono stati pompati nella rete ucraina dalla stazione della città russa di Sudzha (da quattro mesi sotto il controllo delle truppe ucraine), per essere poi distribuiti tra Slovacchia, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Italia, con una discreta quantità di metano che veniva poi rivenduta alla stessa Ucraina. (Avvenire)
Su altre fonti
Lo stop al transito del gas russo attraverso l'Ucraina si somma al rialzo stagionale dei prezzi all'ingrosso dell'energia elettrica e alle tensioni geopolitiche che si registrano in alcune aree strategiche, tutti elementi che rischiano di far schizzare il costo delle bollette nei prossimi mesi. (ilmessaggero.it)
La testimonianza di Turmanidze (Fondazione Rondeli) Cosa sta facendo l’Ue, su chi può fare affidamento. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
I partecipanti al mercato e gli operatori delle infrastrutture dell'Austria erano "ben preparati" allo stop delle forniture russe, per il mancato rinnovo del precedente accordo tra Mosca e Kiev. (Teleborsa)
L'Ue è ben preparata ad affrontare la fine del transito del gas attraverso l'Ucraina, grazie agli sforzi di collaborazione della Commissione e degli Stati membri". (Teleborsa)
Alle otto (orario di Mosca) della mattinata di ieri, infatti, si sono interrotte le forniture di gas russo che fino a quel momento ancora transitavano per il territorio ucraino attraverso la stazione di Sudzha (cittadina della oblast di Kursk, che si trova sotto controllo militare di Kiev dopo l’incursione nella regione dello scorso agosto). (il manifesto)
Le previsioni per il 2025 indicano un ulteriore calo delle entrate fiscali, mettendo a rischio la stabilità economica del Paese. Mosca affronta una riduzione di circa 5 miliardi di dollari annui e una crescente difficoltà nel compensare la perdita del mercato europeo. (ilmessaggero.it)