O l’Ucraina o Trump: il bivio dell’Europa
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Ciò che impensierisce di più i progressisti da quando lo scrutinio ha palesato quale sarà il neo-inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, è il pericolo di una presunta deriva autoritaria, posta in essere da colui che rappresenta l’apoteosi della lotta al politicamente corretto, alle follie woke, alle politiche green. Questa non è di certo la visione del popolo americano, ma d’altronde se i democratici fossero stati in linea con i sentimenti degli elettori, le urne avrebbero rivelato un risultato diverso. (Nicola Porro)
Se ne è parlato anche su altre testate
"Lo vedrete a breve", ha aggiunto. "Vedrete un inviato speciale di alto livello, qualcuno con molta credibilità, a cui verrà assegnato il compito di trovare una soluzione, di arrivare a un accordo di pace", ha detto una delle fonti. (Tiscali Notizie)
E mentre le diplomazie aspettano di vedere alla prova dei fatti l'iniziativa di pace di Donald Trump, la Russia intensifica gli attacchi sull'Ucraina. Per la prima volta in oltre due mesi Kiev è stata sottoposta a un bombardamento combinato di droni e missili, con la popolazione costretta a rifugiarsi nelle stazioni della metropolitana. (La Stampa)
Queste proposte, confezionate su consiglio di alleati europei ma anche esponenti repubblicani con l’intento preciso di poter essere appetibili per il tycoon, sono state presentate dal leader ucraino Volodymyr Zelensky a Trump durante il loro incontro a New York lo scorso settembre. (ilmessaggero.it)
Se da una parte Donald Trump vuole tagliare gli aiuti a Keiv, solo ieri il suo braccio destro alla guida mediatics del movimento Make America Great Again (Maga) Steve Bannon ha detto "Vogliamo tagliare al 100% i fondi per l'Ucraina alla Camera'', aggiungendo che d’ora in poi toccherà all'Europa pagare per la guerra, dall'altra il Financial Times sostiene che al neo presidente in realtà interessano due punti del piano della vittoria di Zelensky, cosa che potrebbe cambiare i piani Maga. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Otto gruppi umanitari internazionali hanno dichiarato che Israele non ha soddisfatto le richieste degli Stati Uniti per un maggiore accesso umanitario alla Striscia di Gaza, devastata dalla guerra, dove gli esperti di fame dicono che il nord potrebbe già essere in carestia. (Il Sole 24 ORE)
Si dice che la fretta è cattiva consigliera. Huffpost ha intervistato Vittorio Emanuele Parsi, professore ordinario di Relazioni internazionali alla Cattolica di Milano… (L'HuffPost)