Daniele Virgili, il vigile investito a Roma, si è svegliato (ma non è fuori pericolo). Il fratello: «Pensavi di morire e invece ci siamo rivisti»
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«Pensavo di non rivedervi più», le ultime parole di Daniele Virgili, il vigile urbano di 25 anni investito mercoledì sera dall’auto guidata da un carabiniere del Ros positivo all’alcol test, prima di entrare in ospedale. Ieri per la prima volta dopo l’incidente, il giovane agente ha potuto rivedere e interagire con la famiglia e la fidanzata Chiara, al risveglio dalla sedazione nella Terapia Intensiva del San Camillo (ilmessaggero.it)
La notizia riportata su altri media
Ho mantenuto la promessa che gli avevo fatto il giorno prima, che ci saremo rivisti». Daniele, il vigile investito la scorsa notte a Roma, continua a migliorare in ospedale. (ilmessaggero.it)
È Il Messaggero a raccogliere il suo umano sfogo: "Lascerò il lavoro e dedicherò tutta la mia vita a Daniele. Le parole del padre di Daniele Virgili, il giovane vigile urbano che ha perso una gamba dopo essere stato investito assieme ad altri due agenti in zona Tiburtina a Roma da un carabiniere in stato di ebbrezza, sono strazianti e piene di dolore. (Casteddu Online)
'Per me rivedere mio fratello è stata un'emozione fantastica. Poter parlare con lui è stata veramente una gioia immensa'. (Virgilio)
Leggi tutta la notizia Attiva la lettura vocale 'Daniele stava per morire, sono convinto che si riprenderà presto'. (Virgilio)
Prime buone notizie insomma dall’ospedale San Camillo sulle condizioni del vigile urbano Daniele Virgili, rimasto gravemente ferito mercoledì sera in un incidente stradale causato da un carabiniere ubriaco al volante di un’auto in via Tiburtina, nei pressi del Raccordo anulare, dove sono rimaste ferite anche due colleghe più grandi del 25 enne residente con la famiglia a Villa Adriana, vicino a Tivoli. (Corriere Roma)
Un via vai continuo di persone che si informano sulle sue condizioni e in qualche modo, anche se dall'altra parte dell'ingresso al reparto, gli fanno sentire la loro vicinanza. Daniele Virgili ancora non parla, ma riconosce, interagisce e si relaziona con i medici, gli infermieri e i familiari nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Camillo (Corriere Roma)