ISRAELE – Rabbini italiani: parole del papa pericolose

ISRAELE – Rabbini italiani: parole del papa pericolose
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Moked ESTERI

«Apparentemente prudenti», ma in realtà «rischiano di essere molto pericolose». Così l’Assemblea rabbinica italiana (Ari) nel commentare in una nota le considerazioni di papa Francesco sul “genocidio” a Gaza. «Le parole sono importanti e bisogna stare molto attenti a come usarle soprattutto se si svolge un ruolo di guida religiosa», sottolineano i rabbini italiani, ricordando come gli ebrei, nel corso della loro storia, siano stati accusati «di varie cose tra cui il deicidio e l’omicidio rituale» e «trasformati in simbolo del male, in personaggi sanguinari», con conseguenze devastanti. (Moked)

Ne parlano anche altri media

Appena trenta giorni dopo il 7 ottobre 2023, Time Magazine ha pubblicato un articolo dal titolo: Quello che sta succedendo a Gaza è un genocidio? Gli esperti stanno valutando. In quel periodo, il numero di morti in Gaza cresceva in maniera esponenziale e nei primi giorni di novembre il bilancio parlava di oltre 20.000 morti sotto le macerie. (Inside Over)

Il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni si esprime in merito alle parole di papa Francesco sulla condotta di Israele e sul genocidio in un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera. Inoltre, le parole sulla condotta d’Israele implicano una questione di orientamento politico ma anche di indirizzo morale: “Additare un’intera collettività come responsabile di genocidio è molto rischioso. (Shalom.it)

Ampi stralci di quest’ultima fatica letteraria del Papa, intitolata La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore sono stati riportati in esclusiva dal quotidiano La Stampa e subito, come spesso accade quando parla o, peggio, scrive Francesco, alcune affermazioni del pontefice hanno fatto sobbalzare molti sulla sedia. (L'Opinione)

Il caso. Foa: «Genocidio? Parola tabù in Israele. Bene che il Papa l’abbia pronunciata»

Bergoglio domenica 17 novembre ha stupito solo gli stolti, quelli che nel Vangelo non riconoscono di essere parte di una vita e di una convivenza che ha bisogno della pace personale e dei popoli, pace sociale e pace spirituale. (L'Eco di Bergamo)

La userà tutta per rispondere alle nostre domande. Edith Bruck ha quel tipo di grazia che soltanto il dolore vero può regalare, lei che nei suoi libri i campi di concentramento li ha raccontati in prima persona. (Corriere della Sera)

«Penso che questa sia una guerra di Israele contro il popolo palestinese e non solo contro Hamas». Parola di Anna Foa, storica che ha dedicato la vita allo studio dell’ebraismo e della Shoah. Mi hanno fatto effetto, perché di genocidio si parla molto ma anche poco. (Avvenire)