Sfruttamento sul lavoro la Cgil sollecita la riforma · Video LaC News24
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L’inchiesta della Guardia di finanza sullo sfruttamento dei lavoratori di una catena di supermercati nel Catanzarese che ha portato, nella giornata di ieri, alla notifica di cinque misure cautelari. È la FilCams Cgil ad attenzionare oggi il grave fenomeno e a ricordare l'inerzia del Consiglio regionale sulla riforma del comparto. (LaC News24)
La notizia riportata su altri giornali
«La recente operazione della Guardia di finanza, che ha portato al sequestro di supermercati appartenenti a un noto brand nazionale come Conad con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, alle estorsioni e ai reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico - proseguono - conferma quanto da tempo denunciamo: in Calabria, tra l'indifferenza di una parte della classe imprenditoriale, si moltiplicano episodi di sfruttamento. (LaC news24)
«È anche capitato io mi tagliassi le mani, lavorando in macelleria, ma su disposizione di Paolo Paoletti, in Pronto Soccorso, ho dovuto dichiarare di essermi fatto male a casa. Inchiesta Ergon (LaC news24)
Questa la realtà in cui vivevano i lavoratori nei supermercati del Gruppo Paoletti e alcuni passaggi contenuti nella richiesta di misura a carico di Paolo Paoletti, titolare di molti supermercati della fascia Jonica catanzarese, firmata dal sostituto procuratore Saverio Sapia e recepiti nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Luca Bonifacio. (Quotidiano online)
Supermercati come “fabbriche di sfruttamento” nel Catanzarese I lavoratori, talvolta, sarebbero stati costretti a restituire in contanti parte della retribuzione. Sequestri per 27mln di euro (CityNow)
Pagati poco, meno ferie di quelle previste dal Contratto collettivo nazionale di lavoro, dover dichiarare incidenti domestici in caso di infortuni sul lavoro. Questo sarebbe, secondo la Procura di Catanzaro, il sistema Paoletti nel trattare i dipendenti. (LaC news24)
Erano pagati anche 4 euro l’ora e arrivavano a farne anche 50 in una settimana, avevano anche ferie limitate e, in caso di infortunio sul lavoro, erano obbligati a denunciare un incidente domestico. L’imprenditore è finito in carcere con le accuse di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, estorsioni e reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. (Il Fatto Quotidiano)