Israele ha distrutto 320 obiettivi in Siria con 350 caccia
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"Oggi l'Idf ha completato la parte strategica centrale dell'operazione Hats Bashan (Fionda di Beshan) iniziata nella notte tra sabato e domenica, con la consapevolezza che il regime di Assad stava cadendo. Centinaia di obiettivi strategici siriani sono stati attaccati nell'operazione e le forze di sicurezza continuano ad operare nella zona cuscinetto". Lo hanno riferito fonti militari a Channel 12. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Se ne è parlato anche su altri giornali
L''esercito israeliano ha pubblicato diversi video che mostrano attacchi alla Siria, compreso il porto di Latakia. I filmati includono navi della marina e aerei dell'aviazione che, secondo l'esercito israeliano, hanno preso parte ai raid in Siria. (Il Sole 24 ORE)
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito i nuovi governanti della Siria di non seguire le orme del precedente regime del presidente Bashar al-Assad e di permettere all'Iran di "ristabilirsi" nel Paese. (il Dolomiti)
Si sono contati almeno 300 attacchi aerei da parte della Heyl Ha’Avir da nord a sud della Siria; obiettivo distruggere il più possibile i sistemi d’arma ancora funzionanti appartenuti al precedente regime di Bashar al-Assad e che potrebbero essere reimpiegati dai nuovi governanti o da formazioni terroristiche contro Israele (Ares Osservatorio Difesa)
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato domenica di aver ordinato alle sue truppe di entrare nella zona cuscinetto demilitarizzata nelle alture del Golan, affermando che l'accordo di disimpegno del 1974 con la Siria era "crollato" dopo che i ribelli avevano preso il controllo del paese. (la Repubblica)
Le immagini mostrano i bombardamenti aerei condotti dall’esercito israeliano contro i principali siti militari in Siria. L’’Osservatorio siriano per i diritti umani’ ha riferito che i siti «sono stati distrutti». (Corriere TV)
Non è un mistero che gli USA guardino con sospetto al movimento HTS, inserito nell’elenco delle organizzazioni terroristiche, ma soprattutto al leader Abu Mohammed al-Jolani, ex jihadista designato dal Dipartimento di Stato americano come «terrorista globale». (Corriere del Ticino)