Giuli. Pro Vita Famiglia: nomina Spano tradisce patto elettorale, delusi da incoerenza governo Meloni

Giuli. Pro Vita Famiglia: nomina Spano tradisce patto elettorale, delusi da incoerenza governo Meloni
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Adnkronos INTERNO

«La promozione di Francesco Spano a Capo di Gabinetto del Ministro della Cultura Alessandro Giuli è un’indecenza politica che tradisce il patto di coerenza tra la maggioranza di Governo e gli elettori, che non hanno votato Fratelli d’Italia per veder tornare in (Adnkronos)

Ne parlano anche altri media

– Il neo ministro della Cultura Alessandro Giuli ha ignorato le polemiche e nominato Francesco Spano suo capo di gabinetto. A manifestare più di una perplessità nei confronti di Spano – dopo un primo incarico a vice capo di gabinetto – di era stata l’onlus Pro Vita & Famiglia, vicina proprio al centrodestra di cui Giuli è esponente. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha nominato oggi Francesco Spano nel ruolo di Capo di Gabinetto. La nomina di Spano - comunicata oggi dal ministero della Cultura in una nota - fa seguito alla revoca a Francesco Gilioli, da parte di Giuli, dell’incarico di capo di gabinetto, avvenuta venerdì scorso, 11 ottobre, per essere «venuto a mancare il rapporto fiduciario ». (Il Sole 24 ORE)

Una scelta forte, che supera le mille perplessità avanzate anche nell'ambito della maggioranza di governo dopo il tempestoso allontanamento, venerdì sera, dell'ormai ex capo di Gabinetto Francesco Gilioli, accusato da Giuli di aver fatto trapelare notizie riservatissime all'esterno dell'ufficio. (Corriere Roma)

Francesco Spano, «opposto» ma affine: chi è l'avvocato musicista esperto di diritti nominato capo di gabinetto da Giuli

La parola d’ordine, consegnata ieri da Giuli ai suoi più stretti collaboratori, è chiudere definitivamente l’agitata pagina del ricambio al vertice operativo nei suoi uffici. (Corriere della Sera)

L'avvocato è stato nominato Capo di Gabinetto del ministero della Cultura (LAPRESSE)

Naturalmente Francesco Spano, avvocato, nato a Pisa nel 1977, da ieri nuovo capo di Gabinetto del ministero della Cultura non ha nel suo curriculum solo l’accidentata direzione generale a Palazzo Chigi dell’Ufficio nazionale discriminazioni razziali, cominciata nel dicembre 2015 e che dovette abbandonare nel febbraio 2017 (governo Gentiloni) dimettendosi dopo un servizio delle Iene: venne accusato di aver concesso un finanziamento di 55.000 euro a un’associazione Lgbtq descritta, nel servizio, come lo snodo di una rete di prostituzione maschile. (Corriere Roma)