Massoud Pezeshkiian, il presidente “moderato” della Repubblica Islamica

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I governi occidentali hanno atteso con impazienza l’elezione di un nuovo presidente iraniano, uno che possa essere percepito come una figura riformista e moderata e che consenta loro di giustificare il riavvio dei negoziati sul nucleare e la creazione di partenariati strategici con Teheran. Nelle ultime settimane, Teheran ha ricevuto messaggi dall’Occidente (anche durante un incontro segreto in Oman con i consiglieri del presidente degli Stati Uniti Joe Biden) secondo cui, anche se rifiutasse di contenere le sue politiche regionali e il suo programma nucleare, dovrebbe selezionare un leader che potrebbe essere presentato come un moderato e riformista. (articolo21)

Su altre fonti

Sono queste le linee che intende seguire in politica estera il neoeletto presidente dell’Iran, il riformista Masoud Pezeshkian. Ma anche aprire un dialogo costruttivo con l’Europa, senza cedere alle pressioni degli Usa. (L'HuffPost)

Stancamente, ma assiduamente, si chiamano riformisti certe figure nella teocrazia iraniana che uno, a un certo punto, pensa che forse hanno cambiato il senso e il significato delle parole a sua insaputa. (L'Opinione delle Libertà)

Masoud Pezeshkian, il neo presidente iraniano, in un articolo intitolato Il mio messaggio al mondo nuovo apparso sul quotidiano riformista Etemad e sulla Teheran Times in lingua inglese, annuncia al mondo che l’Iran è pronto al dialogo e alla riconciliazione. (il manifesto)

Come sono andate le elezioni in Iran, tra bassa affluenza e appelli al boicottaggio

L'autore e conduttore su Radio Radicale della rubrica «Rassegna Stampa Turca», Mariano Giustino, ha parlato con noi di molti temi: dalle recenti elezioni iraniane alla Turchia alla percezione di quanto accade in Medio Oriente, dal rischio islamofobia al vero dramma, ovvero le politiche migratorie errate cavalcate da alcuni partiti (Vita)

Alle elezioni iraniane è stato eletto presidente Massoud Pezeshkian, ex ministro della Sanità. Come al solito, il risultato delle elezioni è predeterminato, perché gli ayatollah permettono di partecipare solo a candidati che li sostengono. (Italia Oggi)

Per Sam, cittadino di una delle città vicine a Teheran, il fallimento dell’accordo è stato l’inizio dello scoraggiamento e il movimento «Donna, Vita, Libertà» è stato la fine. Dice: «Durante il periodo di Mohammad Khatami presidente dell’Iran dal 1997 al 2005 , ndr avevo il 100% di speranza, ma la mia speranza è stata delusa. (L'Eco di Bergamo)