Germania, verso lo sciopero durissimo contro le chiusure
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La forte crisi che sta interessando il gruppo Volkswagen è culminata oggi con uno sciopero di massa che ha visto i lavoratori di nove fabbriche in Germania incrociare le braccia. Secondo quanto riporta Reuters, allo stop delle linee produttive faranno seguito manifestazioni di massa, a cominciare dal quartier generale di Wolfsburg, dove dovrebbero protestare migliaia di dipendenti. Lo stesso vale anche per lo stabilimento di Hanover, la cui forza lavoro è di 14.000 persone, e per altre fabbriche di auto e componenti. (Automoto.it)
La notizia riportata su altri media
Per il momento si tratta di "scioperi di avvertimento", cioè dalla breve durata ma se l'azienda non proporrà un piano valido che permetterà di salvaguardare i posti di lavoro, gli scioperi potrebbero allungarsi ed andare avanti ad oltranza. (HDmotori)
Il motivo? I famosi “piani di contenimento dei costi”, che in Volkswagen sembrano tradursi in licenziamenti a catena, tagli salariali e chiusura di stabilimenti. (Il Giornale d'Italia)
La decisione arriva al termine del periodo di dialogo sociale obbligatorio per 120.000 dipendenti del marchio in Germania. (Tom's Hardware Italia)
Si acuisce la crisi Volkswagen. I dipendenti della casa di Wolfsburg hanno incrociato le braccia in Germania in segno di protesta contro un massiccio piano di tagli al personale, che potrebbe portare alla chiusura di tre stabilimenti e alla perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. (FIRSTonline)
L’iniziativa organizzata da quest’ultima costituisce una risposta diretta alle misure annunciate dalla compagnia per il contenimento dei costi, che comprendono tagli salariali, chiusure di stabilimenti e decine di migliaia di licenziamenti. (Virgilio)
Prima giornata di sciopero alla Volkswagen in quella che i sindacati hanno affermato che potrebbe essere “la battaglia contrattuale collettiva più dura che l’azienda abbia mai conosciuto”. Tutti i dipendenti sono stati infatti chiamati a sospendere il lavoro ad oltranza per opporsi alle migliaia di tagli di posti previsti dal gruppo. (Il Fatto Quotidiano)