Elezioni in Iran: un futuro per i moderati?

Elezioni in Iran: un futuro per i moderati?
L'Opinione delle Libertà ESTERI

Come previsto, in Iran si sono svolte le votazioni per eleggere il successore del presidente Ebrahim Raisi, morto il 19 maggio in un misterioso incidente mentre volava su un vecchio elicottero non lontano dal confine con l’Azerbaigian. Queste elezioni anticipate coincidono con l’intensificazione delle tensioni regionali dovute all’attuale guerra tra Israele e Hamas (supportato da Teheran) e la crescente crisi tra lo Stato ebraico e gli sciiti Hezbollah in Libano; ma anche dalla cicatrice creata tra Gerusalemme-Tel Aviv e Teheran dopo il primo attacco diretto iraniano contro lo Stato israeliano. (L'Opinione delle Libertà)

Ne parlano anche altri giornali

Nonostante gli appelli al voto del regime, la maggioranza degli iraniani ha disertato le urne al primo turno delle elezioni presidenziali, così come avevano chiesto gli oppositori del regime di Teheran (Today.it)

Il primo turno delle elezioni presidenziali iraniane ha rivelato una contrazione del sostegno sia per i riformisti che per i conservatori, anche se alcuni elettori stanno spingendo per un cambiamento sostenendo l’unico candidato riformista, dicono gli analisti. (Affarinternazionali)

Masoud Pezeshkian, politico ritenuto moderato e parte del fronte riformista, è in testa sull'ultraconservatore Saeed Jalili nei sondaggi per il ballottaggio nelle elezioni presidenziali che si terranno domani in Iran (Tuttosport)

Iran. Presidenziali: il riformista Pezeshkian e il conservatore Jalili passano al secondo turno

La battaglia finale per la presidenza della Repubblica in Iran si svolgerà il 5 luglio tra l’ultraconservatore Saeed Jalili e il “moderato” Masoud Pezeshkian e sarà come sempre una lotta senza quartiere tutta interna al regime. (L'HuffPost)

L'Ayatollah: "Chi non vota potrebbe avere dei problemi, ci sono ostacoli di ogni tipo" (LAPRESSE)

Al primo turno il deputato Pezeshkian è arrivato primo con il 42%, mentre Jalili, che in passato è stato uno dei negoziatori per l’accordo sul nucleare, ha presi il 38% delle preferenze; terzo è arrivato il presidente del Majlis (Parlamento), il conservatore Mohamad Baquer Ghalibaf, mentre al quarto posto si è piazzato il religioso Mostafa Pourmohammadi. (Notizie Geopolitiche)