Addio a Rosita Missoni, cofondatrice della celebre maison
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Era nata nel 1931 lungo le rive del Ticino, in provincia di Varese, Rosita Missoni (all'anagrafe Rosita Jelmini). Scomparsa in data odierna all'età di 93 anni, è stata cofondatrice dell'azienda omonima, nata su impulso suo e del marito Ottavio Missoni nel secondo dopoguerra. Originaria del paese di Golasecca, era cresciuta in una famiglia legata a quel "microcosmo" di stoffe, colori e fili destinato a divenire il suo universo creativo: i nonni materni, infatti, gestivano una fabbrica di scialli e tessuti ricamati. (Sky Arte)
Ne parlano anche altre testate
I funerali di Rosita Missoni, figura emblematica dell’iconico marchio di moda scomparsa nei giorni scorsi a 94 anni, si svolgeranno martedì 7 gennaio. Al momento non sono stati resi noti né il luogo né l’orario della cerimonia funebre. (varesenews.it)
«Definire mia madre è un’impresa quasi impossibile. Di sicuro, è sempre stata molto attaccata alla vita, e a quanto di bello aveva d… Come descriverebbe Rosita? (la Repubblica)
Nel trionfo di colori delle sue soluzioni di life style stava la sua anima di donna, di creativa e di imprenditrice. Così tutti la ricordano, come indelebile la sua capacità di riunire le persone e farle star bene assieme. (Corriere della Sera)
Sono stati gli stessi famigliari a rendere nota la data e l'orario dei funerali. Le esequie si terranno alle 14.45 nella basilica di Sant'Ambrogio a Milano. (MilanoToday.it)
Provare a raccontare qualcosa di nuovo dopo più di 10mila interviste. C’è un filo d’intimità e creatività, fiuto economico e solidarietà parentale, che è stata la firma Missoni, quasi quanto gli zig zag e il fiammato, quel modo inconfondibile di tessere il colore, che ha rotto ogni schema della maglieria tradizionale, consacrandola a moda, design, persino arte. (Il Sole 24 ORE)
Poiché parlare di Rosita Missoni significa compiere un viaggio a ritroso agli albori del made in Italy; sul doppio filo creativo e passionale di una stoffa dalla trama a zig zag. L’intuizione? Utilizzare le macchine Raschel delle tessiture lombarde fino ad allora votate alla lavorazione di scialli dai motivi arabescati, per creare un tessuto a maglia che brillasse di fantasia. (Elle)