Antonio Tajani: “Con il nostro voto a Von der Leyen si è evitato il caos. Avrei preferito il sì di FdI e Lega”

Antonio Tajani: “Con il nostro voto a Von der Leyen si è evitato il caos. Avrei preferito il sì di FdI e Lega”
Articolo Precedente

next
Articolo Successivo

next
La Stampa INTERNO

ROMA. C’è una parola che il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ripete più e più volte nel corso dell’intervista: «Stabilità». Come se volesse essere sicuro che sia sufficientemente chiara la lente attraverso cui leggere la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea, e che questa chiarezza, magari, spazzi via le nubi che si addensano sull’Italia dopo il… (La Stampa)

Ne parlano anche altri giornali

Ursula von der Leyen, popolare, tedesca, è stata confermata alla guida della Commissione europea per un secondo mandato con 401 voti, largamente oltre la maggioranza di 361 su 720. L’intesa, che pareva solida, quasi un’amicizia, con Giorgia Meloni è però venuta meno: Fratelli d’Italia ha votato contro. (Giampiero Gramaglia – Gp News)

Ne bastavano 361, ne ha avuti 40 in più. Il numero di voti ottenuti è quasi identico al numero di seggi (401) di cui dispongono i tre partiti – popolari, socialisti, liberali – che da sempre reggono le sorti dell’Unione Europea. (ilmattino.it)

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev E non accetterò mai che demagoghi ed estremisti distruggano lo stile di vita europeo. (ilmattino.it)

Non solo Green Deal. La sfida di Ursula II: dall’esercito comune al nuovo Recovery

Il loro lavoro è solo all’inizio certo, la prossima settimana sono attesi a Bruxelles per la formazione delle commissioni in cui siederanno. Da Strasburgo – Le vacanze sono salve. (Open)

Subito dopo la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea, la notizia più rilevante che esce dall’emiciclo di Strasburgo è che il bis della presidente, per la prima volta nella storia, non ha trovato l’appoggio del governo italiano. (Il Fatto Quotidiano)

Un nuovo “Recovery Fund” per uscire dalle secche della stagnazione economica. La riforma dei Trattati per allontanare i veti dei sovranisti o di Paesi “piccoli” come l’Ungheria di Viktor Orban. (la Repubblica)