Emmanuel Macron rivuole indietro Emily in Paris: «A Roma non ha senso!»

Emmanuel Macron rivuole indietro Emily in Paris: «A Roma non ha senso!»
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Netflix rischia quasi di causare un incidente diplomatico e politico tra Italia e Francia. Tutto per “colpa” di Emily in Paris, serie che ha per protagonista una giovane ragazza che si trasferisce a Parigi per entrare nel mondo del marketing locale, ma lo scontro tra le due culture non rende facili le cose. Iniziata nel 2020, la serie è arrivata alla quarta stagione e per smuovere un po’ le cose Emily si è spostata a Roma, causando le “ire” del Presidente francese Emmanuel Macron (Best Movie)

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La quarta stagione si chiude con la protagonista chiamata a dirigere l'ufficio romano dell'azienda per cui lavora (LAPRESSE)

Tra i molti argomenti toccati dal presidente Emmanuel Macron, nella sua intervista a Variety, c'è anche 'Emily in Paris'. "Chiederemo che 'Emily in Paris' rimanga a Parigi, andare a Roma non avrebbe senso. (Adnkronos)

E chiederemo di rimanere a Parigi! Emily in Paris a Roma non ha senso»: parole del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, in un'intervista rilasciata a Variety. Un possibile trasferimento che Macron fatica a digerire, anche perché nella serie c'è un cameo-spot della compagna Brigitte: «Ero molto orgoglioso e lei era molto felice di farlo. (Corriere Roma)

"Emily in Paris", Macron attacca: «Lei è nostra». Ma Roma rilancia

Video suggerito Tra le serie più amate e viste su Netflix, da quando è arrivata per la prima volta in piattaforma, c'è Emily in Paris, con protagonista Lily Collins. Gli ultimi episodi della quarta stagione della serie sono stati ambientati a Roma e sembra quasi che, almeno parte della quinta, possa avere come location la città eterna. (Fanpage.it)

Emmanuel Macron non ha preso bene il trasloco di Emily a Roma. A catapultarla nella dolce vita è stato il suo nuovo ragazzo, Marcello Muratori (interpretato da Eugenio Franceschini). (La Stampa)

Problemi globali, urgenti, che tolgono il sonno ai politici di tutto il mondo. Sì, certo, la crisi in Medio Oriente, la guerra in Ucraina, l’emergenza climatica, la polveriera delle banlieue. (ilmessaggero.it)