La lettera scritta da Turetta ai genitori, rinnegatemi

La lettera scritta da Turetta ai genitori, rinnegatemi
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
AGI - Agenzia Italia INTERNO

Processo lampo per Filippo Turetta e il papà di Giulia chiede un milione di risarcimento In un clima di 'pace' che di rado si vede nei tribunali, la Corte d'Assise arriverà alla sentenza per l'omicidio Cecchettin già il prossimo 3 dicembre (AGI - Agenzia Italia)

Su altri giornali

Non riuscivo più a suicidarmi, e dopo giorni ho deciso di costituirmi. Mi hanno prima portato in una sala interrogatori, mi hanno fatto spogliare e raccolto tutti i miei vestiti dentro appositi sacchetti di plastica». (la Repubblica)

«Capirei e accetterei se voi voleste dimenticarmi e rinnegarmi come figlio, vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore. Sono le parole che Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, ha scritto ai genitori in una lettera – allegata agli atti del processo – e pubblicata integralmente dal Corriere della Sera. (Donna Moderna)

" Capirei e accetterei se d’ora in poi volete dimenticarmi e rinnegarmi come figlio e probabilmente sarebbe la scelta migliore per la vostra vita. Filippo Turetta è stato da poco arrestato , il 19 novembre 2023, dalla polizia tedesca a Lipsia dopo la lunga fuga seguita all’abbandono del cadavere di Giulia Cecchettin , da lui uccisa, vicino al lago di Bracis, a Pordenone. (Gazzetta del Sud)

“Ho perso Giulia ma non volevo”. La lettera di Filippo Turetta dal carcere e la strategia sulla premeditazione

Sono emersi nuovi dettagli sull’interrogatorio di Filippo Turetta per il femminicidio di Giulia Cecchettin. Il reo confesso ha raccontato dei frequenti episodi di tensione da lui causati nel corso della relazione con la sua futura vittima. (Virgilio Notizie)

"Sarebbe meglio un figlio morto che uno come me" scrive ai genitori, ai quali ammette di aver provato a suicidarsi, ma di non esserci riuscito. (Fanpage.it)

Io non volevo, non so perché l’ho fatto, non avrei mai pensato o voluto succedesse niente del genere. Non sono cattivo». (la Repubblica)