L'Albania blocca l'accesso a TikTok per un anno in tutto il Paese: «Sta prendendo in ostaggio i nostri figli»
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L'Albania anticipa gli Stati Uniti e decide di bloccare l'accesso a TikTok in tutto il Paese, almeno per un anno. Mentre si attende il 19 gennaio per capire cosa succederà dall'altra parte dell'Atlantico e se davvero l'app di proprietà della società cinese ByteDance verrà bandita e vietata a 170 milioni di utenti statunitensi per questioni di sicurezza nazionale, il governo albanese annuncia la stessa mossa con diverse motivazioni. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri giornali
Il Politecnico federale di Zurigo ha rivelato le misure di sicurezza applicate alle domande di ammissione di studenti e studentesse stranieri provenienti da determinati Paesi, suscitando rabbia e timore, in particolare nella comunità accademica cinese (Prima Pagina - SWI swissinfo.ch)
Addio a TikTok, almeno per un po'. Il governo albanese bloccherà l'accesso su tutto il territorio per un anno a partire dalle prime settimane del 2025. La mossa annunciata oggi dal premier Edi Rama contro la piattaforma di social media che, dice il primo ministro, «sta prendendo in ostaggio i nostri figli», rientra in una serie di misure tese a rafforzare la sicurezza dei bambini nelle scuole. (leggo.it)
«TikTok è il teppista del quartiere». Sono le parole del primo ministro albanese Edi Rama che nelle scorse ore ha annunciato un ban temporaneo per il social network della Big Tech cinese ByteDance. (StartupItalia)
Un tema tornato all… Il governo albanese bloccherà l'accesso a TikTok su tutto il territorio, almeno per un anno, a partire dalle prime settimane del 2025. (la Repubblica)
“Lo chiuderemo per un anno”, ha continuato il premier, “e inizieremo a lanciare programmi che serviranno a educare gli alunni e ad aiutare i genitori a monitorare i progressi dei loro figli”. (RSI Radiotelevisione svizzera)
La mossa annunciata oggi dal premier Edi Rama contro la piattaforma di social media che, dice il primo ministro, «sta prendendo in ostaggio i nostri figli», rientra in una serie di misure tese a rafforzare la sicurezza dei bambini nelle scuole. (ilmessaggero.it)