Filippo Turetta in aula: “Giulia urlava e l’ho colpita ancora”

Filippo Turetta in aula: “Giulia urlava e l’ho colpita ancora”
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Il drammatico racconto “Ho pensato di rapire e uccidere Giulia Cecchettin che lo voleva lasciare mentre volevo stare ancora con lei”. Così Filippo Turetta, per la prima volta, ha ricostruito il delitto nell’aula del processo a Venezia, ammettendo la premeditazione. Un delitto maturato nella mente dell’assassino già un anno prima di essere commesso. Fino all’epilogo della sera dell’11 novembre scorso con l’appuntamento al commerciale di Marghera, l’aggressione a Vigonovo nel parcheggio vicino alla casa di lei e lo spostamento in auto a Fossò (Livesicilia.it)

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Filippo Turetta, che aveva promesso di “raccontare tutto e dire la verità per rendere giustizia alla memoria” di Giulia Cecchettin, appare esitante e incerto al banco degli imputati. Davanti alla corte d’Assise di Venezia, abbassa spesso lo sguardo verso i giudici e evita di incrociare gli occhi di Gino Cecchettin, il padre della vittima, che affronta il dolore senza odio. (StatoQuotidiano.it)

VENEZIA – La nomina due volte. La prima per dire che è venuto in quest’aula “per un dovere verso la giustizia e verso Giulia”. La seconda per ripetere, su richiesta del suo avvocato, le accuse contro di lui: “Aver commesso l’omicidio di Giulia, con crudeltà, premeditazione, legame affettivo, stalking”. (la Repubblica)

«L’udienza di Filippo Turetta ha certificato in tutto le imputazioni e le aggravanti. Per Stefano Tigani, l’avvocato di Gino Cecchettin, parte civile nel processo per l’omicidio della figlia Giulia, la strada per l’ergastolo è segnata. (Corriere della Sera)

La psicologa: «Turetta si rendeva conto di ciò che faceva. E ora cerca di evitare le aggravanti»

La tragica e ordinaria banalità delle sue parole («Volevo tornare insieme a lei, avere un rapporto insieme») ci ricorda che, come insegna Hannah Arendt, la genesi del male spesso non è da ricercarsi nella mancanza di intelligenza, ma nell’incapacità di i… (La Stampa)

Mi piaceva farlo ed era un'abitudine. Il particolare viene rivelato da Filippo Turetta, in una delle 80 pagine del memoriale scritto a mano e al computer durante la detenzione, e che è stato depositato venerdì scorso, durante l'udienza in cui ha deposto al processo in Corte d'Assise per l'omicidio di Giulia Cecchettin. (ilmessaggero.it)

Che idea si è fatta? «Sicuramente Turetta ha dei tratti di personalità immatura, disfunzionale, narcisistica e ossessiva. Dottoressa Gabriella Marano, lei è la psicologa della famiglia Cecchettin. (Corriere della Sera)