Il caso. Retromarcia dei colossi dell’energia: tornano a investire sulle fonti fossili
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Dal Web La rivoluzione verde può attendere. Almeno per alcuni colossi mondiali dell’energia come Exxon, Shell, Equinor e Bp. Il petrolio resta al centro per la società americana ed è un rimpianto per gli altri gruppi che hanno tentato di cavalcare la transizione energetica, ma ora avviano una mezza retromarcia disattendendo completamente gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti. D’altra parte, che tirasse un’aria poco favorevole allo sforzo green europeo lo si era capito già alla Cop26 del 2021. (Avvenire)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Poi c’è la realtà con cui fare i conti e i numeri smascherano il fallimento della linea talebana. E poco importa se l’Europa recita un ruolo marginale, soprattutto rispetto a colossi come Cina e India: l’integralismo green è così. (Nicola Porro)
Il carbone è il più inquinante tra i combustibili fossili e quest’anno, secondo i nuovi dati dell’Agenzia internazionale dell’energia, il suo consumo toccherà il valore più alto di sempre, 8,7 miliardi di tonnellate (+ 1% sul 2023). (Il Fatto Quotidiano)
Nel 2024 è stato registrato un livello di consumo di carbone al massimo storico, a livello globale. (Sky Tg24 )
La sfida climatica: tra riscaldamento globale e dipendenza dal carbone (Unica Radio)
Se a queste si aggiungono le emissioni derivanti dalla deforestazione e da altre attività umane, il totale sale a 45,8 miliardi di tonnellate di CO₂. (Il Bosone)
La Cop26, cioè la ventiseiesima conferenza sui cambiamenti climatici che si è tenuta in Scozia nel 2021, aveva promesso di “consegnare il carbone alla storia” e sostituirlo con altre fonti energetiche a più basse emissioni. (Start Magazine)