L’animosità di Meloni, un richiamo per i suoi

L’animosità di Meloni, un richiamo per i suoi
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L'Eco di Bergamo INTERNO

Con l’indubbia efficacia oratoria che tutti le riconoscono, Meloni si è più volte tolta la giacca da presidente del Consiglio e ha indossato il casco del leader di partito pronto a battersi con Prodi e Monti, con Conte e Schlein, con Renzi, Bonelli e altri personaggi anche di secondo piano. Ieri al Senato l’obiettivo era soprattutto Renzi che, come Prodi, le aveva rimproverato di essere succube della nuova narrazione trumpiana portata qui in Italia da Elon Musk divenuto suo caro amico. (L'Eco di Bergamo)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Uno spettacolo che a tratti sembrava replicare il suo intervento di Atreju, almeno nei toni, quelli che sovente la accompagnano e con cui si è difesa dalle critiche di Mario Monti, poi del M5S ma anche dal Pd. (Tiscali Notizie)

Dopo l’exploit ad Atreju, la convention annuale dei movimenti giovanili di destra italiani, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha fatto un nuovo show, ma stavolta in sede istituzionale, cioè al Senato, rispondendo a tutti gli attacchi che le sono stati mossi. (Liberoquotidiano.it)

Piuttosto Giorgia Meloni stia lontana da un miliardario che ha un enorme potere e influenza l’economia e la politica mondiali». Antonio Nicita, senatore del Pd, ex commissario Agcom e membro del Regulatory Scrutiny board della Commissione europea, ieri in aula ha cri… (la Repubblica)

Meloni apre spiragli per il confronto con toni da rissa

Il pensiero di tutti è andato all’uomo più ricco del mondo, capace con i suoi soldi e la sua influenza, fattori duplicati dall’alleanza con Donald Trump, di condizionare gli equilibri globali e le politiche interne degli stati sovrani. (Radio Popolare)

«A beautiful day». Difficile dire se alla fine sia andata davvero così, ma tant’è. (ilmessaggero.it)

I toni sono quelli di sempre, se possibile più rissosi e a tratti striduli del solito. È arrivato a destinazione il messaggio del capo dello Stato: un invito perentorio rivolto a tutte le parti politiche ma anche ai media perché abbandonino l’uso smodato della categoria amico/nemico e della contrapposizione insanabile. (il manifesto)