Sala ostaggio degli ayatollah. L’Iran conferma l’arresto: "Ha violato le nostre leggi"
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Di Cosimo Rossi ROMA "Violazione della legge della Repubblica islamica dell’Iran". Questa l’accusa nei confronti della giornalista italiana Cecilia Sala, secondo quanto riferito ieri da una nota del dipartimento generale dei media esteri del Ministero della Cultura e dell’orientamento islamico dell’Iran. Un’imputazione affatto generica rispetto a quelle di spionaggio che il regime degli hayatollah si è peritato a muovere in diversi altri casi di arresto di stranieri ai sensi della cosiddetta "diplomazia degli ostaggi". (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ne parlano anche altri media
A scanso di equivoci e divagazioni, tanto vale partire da un indirizzo fisico ben preciso: Roma, Via Nomentana 361. (Liberoquotidiano.it)
Cecilia Sala è detenuta da 11 giorni nel carcere di Teheran. E dopo la preoccupazione bipartisan per le sue condizioni detentive, dopo le telefonate alla famiglie e il lavoro diplomatico, puntuali arrivano le polemiche. (Nicola Porro)
Lo ha detto Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, in collegamento telefonico con Zona Bianca su Rete4, in merito alla giornalista italiana detenuta dal 19 dicembre in Iran. ROMA (ITALPRESS) – “Stamane la nostra ambasciatrice a Teheran Paola Amadei ha incontrato il viceministro degli Esteri iraniano, il quale ha detto che ancora non è stato formulato il capo di imputazione. (SardiniaPost)
Il viceministro degli Esteri: "Se non sappiamo di cosa è accusata, non si può fare neanche una previsione concreta" (AGI - Agenzia Italia)
Qual è la ragione di tanta familiarità con una giovane donna che vive in un altro Paese e parla una lingua diversa? Tu parli però anche un idioma che trascende i limiti imposti alle nostre vite dalla realtà. (La Stampa)
Sono tanti, con aria compiaciuta, a rivolgere in queste ore la domanda “intelligente”: Cecilia Sala che cosa è mai andata a fare in Iran? Non doveva, non poteva immaginare che accadesse quello che è accaduto? (L'HuffPost)