Gip, ancora da definire gli 'scenari' dell'omicidio Vassallo

Gip, ancora da definire gli 'scenari' dell'omicidio Vassallo
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Il Messaggero Veneto INTERNO

L'inchiesta sull'uccisione, 14 anni fa, di Angelo Vassallo, il 'sindaco-pescatore' di Pollica, non si chiude con gli arresti di ieri: il gip del tribunale di Salerno, nelle 400 pagine dell'ordinanza, scrive più volte che gli esecutori materiali del delitto, avvenuto la sera del 5 settembre 2010 mentre il sindaco tornava a casa, non sono stati ancora "chiaramente individuati", anche se è stato possibile ricostruire in modo "coerente e dettagliato" movente e organizzazione del delitto, oltre ai depistaggi successivi. (Il Messaggero Veneto)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Cagnazzo, nato ad Aversa, in provincia di Caserta, nel 1970, ha seguito le orme familiari frequentando la scuola militare della Nunziatella a Napoli e successivamente l’Accademia di Modena. (ciociariaoggi.it)

Ma qualcosa non è ancora chiaro. Per me non è finita: voglio chi tradì mio padre» «Pure il pescatore lo abbiamo messo a posto» sono le parole con cui Romolo Ridosso «salutò» la notizia dell’avvenuta uccisione del sindaco. (leggo.it)

Figlio d’arte, un talento naturale nelle indagini antimafia. Eccolo Fabio Cagnazzo, il colonnello, all’indomani degli arresti nell’inchiesta sull’omicidio di Angelo Vassallo. (ilmattino.it)

Angelo Vassallo, l’omicidio del sindaco pescatore: due carabinieri tra gli arrestati

Sono quattro gli arresti per l'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica (in provincia di Salerno) ucciso il 5 settembre 2010, con nove colpi di pistola esplosi a distanza ravvicinata, mentre rincasava a bordo della sua auto. (Today.it)

Ricostruiti (anche se non completamente) gli scenari, i retroscena e il contesto, ma nelle indagini sulla morte di Angelo Vassallo, il "sindaco pescatore", resta ancora un grande interrogativo: non sono stati individuati gli autori materiali dell'omicidio, ovvero chi materialmente fece fuoco nella serata del 5 settembre 2010 (Fanpage.it)

E fatto sopralluoghi, un paio in due settimane, fino a entrare in azione quando tutti i complici avevano un possibile alibi da offrire agli inquirenti. Poi è scattato il piano B: dopo il delitto, il depistaggio, per inchiodare un «facile sospettato», «il brasiliano», il «pusher muscoloso e litigioso», da condannare in un processo a senso unico. (ilmessaggero.it)