Violenze in Duomo a Capodanno: l'ipotesi del "taharrush gamea", il fenomeno delle molestie collettive
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In branco contro le donne. Le aggressioni fisiche e sessuali che avrebbero subito una studentessa di Liegi e alcuni suoi amici che hanno trascorso il Capodanno in piazza Duomo a Milano sarebbero riconducibili al fenomeno della "taharrush gamea", ossia le "molestie collettive" in segno di disprezzo per le donne. È l'ipotesi della Procura di Milano nell'indagine aperta in seguito alla denuncia, su un quotidiano online, della ragazza belga. (MilanoToday.it)
La notizia riportata su altre testate
E' l'ipotesi della Procura di Milano nell'indagine aperta in seguito alla denuncia, su un quotidiano online, della ragazza belga. Nuovi sviluppi sulla notte da incubo del Capodanno di Milano. (Liberoquotidiano.it)
Nella notte del 31 dicembre una studentessa belga assieme ai suoi amici ha vissuto un’esperienza terribile che ha (Secolo d'Italia)
“Io sto a quello che hanno detto i responsabili della gestione, alle dichiarazioni del questore che si diceva soddisfatto. E’ quanto ha dichiarato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, riferendosi ai fatti avvenuti nel capoluogo lombardo la notte di Capodanno (LAPRESSE)
Fa ancora discutere la festa in Piazza Duomo a Milano in occasione dell’ultimo Capodanno, quella in cui una studentessa belga di 20 anni, insieme a delle sue amiche, è stata molestata da una moltitudine di stranieri che sventolavano bandiere della Palestina, del Pakistan, della Turchia, dell’Iraq, oltre a pochissimi italiani. (Liberoquotidiano.it)
Le aggressioni fisiche e sessuali di cui sarebbe stata vittima una studentessa di Liegi e alcuni suoi amici che hanno trascorso il Capodanno in piazza Duomo a Milano sarebbero riconducibili al fenomeno della "taharrush gamea" ossia le "molestie collettive" in segno di disprezzo per le donne. (La Repubblica)
Nella notte di Capodanno, una studentessa belga assieme ai suoi amici ha vissuto un’esperienza terribile in piazza Duomo a Milano, un evento che ha trasformato la festa in un incubo indimenticabile. (Nicola Porro)