Il "woke"? Più che giustizia crea un'atmosfera totalitaria
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Nel 2021, durante la cerimonia di insediamento di Joe Biden alla presidenza USA, Amanda Gorman, giovane poetessa afroamericana, aveva letto una delle sue poesie. Pochi mesi dopo nel mondo si lavorava alle traduzioni della sua raccolta The Hill we Climb. Da scrittore, è con particolare sconcerto che ricordo come in Spagna e Olanda i due traduttori inizialmente incaricati, benché di provata esperienza e alto valore letterario, vennero d'improvviso scartati perché bianchi. (il Giornale)
Ne parlano anche altri giornali
I dem negli Usa? Disperati: adesso fanno i commedianti (sui social) Mentre Trump costringe il mondo intero a un nuovo corso, i democratici che fanno? I commedianti. La brillante strategia della sinistra americana è... (Liberoquotidiano.it)
"Alla luce dei nuovi ordini esecutivi americani sulla diversità, l'equità e l'inclusione, abbiamo rivisto e adattato le nostre pratiche e i nostri programmi di lavoro, sia a livello globale che negli Stati Uniti, per conformarci alla legge", ha indicato all'agenzia Awp una portavoce del gruppo. (Ticinonews.ch)
Oggi a Palazzo San Macuto si è tenuto un convegno sugli eccessi della cultura woke a cui hanno partecipato Marco Rizzo, Vladimir Luxuria, Francesco Borgonovo e l'imprenditore italo-americano George Guido Lombardi (il Giornale)

Donald Trump ha firmato un memorandum ufficiale per bloccare qualsiasi assunzione di personale per posizioni di politica estera negli Stati Uniti basata su diversità, equità e inclusione (programma Dei): lo ha reso noto la Casa Bianca. (Corriere del Ticino)
Occasione per riflettere sulla relazione tra identità e alterità; sul grado di inclusività di una cultura; sui processi di stigmatizzazione e sulle dinamiche di isolamento, il tema della deformità fisica è tra quelli su cui il cinema – almeno da Freaks in poi (1932) - sente una forte propensione perché investe direttamente la questione del vedere, i meccanismi scopici di costruzione dell’identità e i processi di regolazione sociale dello sguardo. (cinematografo.it)
Mai valutarci al di sopra della nostra mediocrità. Non addentriamoci nello specifico del testo, ci basti che il meticoloso protagonista vive il passaggio epocale della fine dei valori del suo tempo per ritrovarsi nell’epoca del consumismo nella quale la morte del sogno lascia spazio alla malinconia omologante del pragmatismo; mutatis mutandis, mi sembra di poter riconoscere l’ennesima camaleontica trasformazione della società di mercato che, grazie all’inconsapevole, forse, connivenza dell’intellighenzia progressista, sta effettuando una veloce azione di auto restauro formale così da celebrare il motto gattopardiano che Tancredi esprime al momento del saluto con lo zio: “Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi”. (IVG.it)