Nadal, cos’è la sindrome di Müller-Weiss, la patologia che ha accompagnato lo spagnolo per tutta la carriera
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La resa di Rafa Nadal al tempo che passa (ha 38 anni) si è unita alla cronicizzazione di una rara patologia che lo ha tormentato per anni, sin dall’inizio della sua carriera. Cosè la sindrome di Müller-Weiss Il maiorchino soffre dall’età di 18 anni di osteonecrosi dell'osso navicolare, una patologia nota anche come sindrome di Müller-Weiss. Una malattia degenerativa "cronica e incurabile", ha spiegato nel 2022 prima di vincere il suo 14° titolo agli Open di Francia. (la Repubblica)
La notizia riportata su altri media
«La verità — inizia il video del tennista spagnolo mentre scorrono le immagini della sua straordinaria carriera: 22 slam vinti tra cui 14 Roland Garros, due Wimbledon, due Australian Open e quattro Us Open, 36 Masters 1000, due medaglie d’oro alle Olimpiadi e cinque Coppe Davis, 92 titoli Atp e 1080 vittorie nel circuito — è che sono stati anni difficili, gli ultimi due in particolare, non riuscivo a giocare senza limitazioni. (Corriere della Sera)
Rafael Nadal ha annunciato il ritiro dal tennis professionistico. ''Gli ultimi anni, in particolare gli ultimi due, sono stati difficili. Non riuscivo a giocare senza limitazioni: era il momento di fermarsi'', ha spiegato in un video postato sui suoi profili social. (Il Sole 24 ORE)
«La verità è che gli ultimi due anni sono stati difficili e non ho potuto giocare senza limitazioni. Così Rafael Nadal nel video in cui ha annunciato il suo ritiro dall'attività agonistica. (ilmattino.it)
Nadal e Federer: una sfida eterna che ha tracciato la storia del tennis e dello sport. Le altre grandi rivalità nel calcio (GianlucaDiMarzio.com)
"Un post non è sufficiente per esprimere il rispetto che ho per te e per quello che hai fatto per il nostro sport" (Adnkronos)
La differenza è che Roger Federer è stato il primo a decidere, il primo a capire che a un certo punto bisogna smettere, e che c’è una vita oltre il tennis, anche se fa male. È stato due anni fa, poteva pure essere oggi. (La Gazzetta dello Sport)