LA QUARTA GIOVINEZZA DI NETANYAHU, E ALTRE DESTRE A LUNGA CONSERVAZIONE

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GLI STATI GENERALI ESTERI

Non è un caso, non può esserlo, che la spettacolare ed efficacissima escalation bellica voluta da Israele e dal suo primo ministro Netanyahu in queste settimane abbia colpito l’arcinemico Hezbollah, eliminandone i vertici a cominciare da Hassan Nasrallah, proprio alla vigilia del 7 ottobre. Un anno dopo l’incredibile azione partita da Gaza, che portò alla morte di 1200 e al rapimento di circa 250 civili israeliani, un anno dopo la più incredibile e clamorosa sconfitta strategica e d’immagine mai subita da Israele in casa propria, e per mano delle truppe non proprio addestratissime ed equipaggiatissime di Hamas, Netanyahu ha voluto presentarsi all’appuntamento dell’anniversario con uno scalpo pesante, capace di oscurare il ricordo di quella clamorosa defaillance, di far passare in terzo piano le proteste di familiari e amici dei rapiti, di derubricare perfino ad argomento della propaganda avversaria il ricordo – già timido di suo, nella società israeliana – delle decine di migliaia di civili uccisi a Gaza dall’esercito d’Israele, con ogni probabilità responsabile – assieme ai suoi vertici politici – di crimini di guerra che come tali non passeranno mai in giudicato, a proposito di memoria. (GLI STATI GENERALI)

Ne parlano anche altri media

Le piazze descrivono la complessità di un mondo isterico: a Roma si radunano militanti propalestinesi, molto in equivoco sulla causa palestinese, e inscenano un minuto di silenzio per l’uccisione del leader trentennale di Hezbollah, Hassan Nasrallah (L'HuffPost)

Rendendo noto quello che si sapeva già, ovvero la guerra va avanti tanto a Gaza quanto in Libano. Venerdì Netanyahu è salito sul podio del Palazzo di Vetro e quando molte delegazioni hanno abbandonato l'aula, sfilando sotto i suoi occhi, non si è lasciato minimamente intimidire dalla protesta. (L'HuffPost)

Perché nello slang comune si poteva dire: «Magari è vero che Israele ha sofferto il 7 di ottobre, è vero che l'Iran le ha scatenato contro l'inferno... (il Giornale)

Seymour Hersh: “Così la guerra a Hezbollah ha salvato Netanyahu”

Un modo per comprendere i drammatici eventi della scorsa settimana, e larimonta del prestigio politico del primo ministro Benjamin Netanyahu inIsraele, è ricordare una famosa dichiarazione dell’ammiraglio Ernest King, capo delle operazioni navali degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale. (Inside Over)

«Sono al corrente delle notizie e vorrei che si fermassero», ha risposto Joe Biden ai giornalisti che ieri lo incalzavano sull’imminente invasione israeliana del Libano del sud. Il presidente americano sa benissimo che l’attacco israeliano è già cominciato. (il manifesto)

Israele ha in queste settimane concentrato le sue iniziative militari sul Libano infliggendo duri colpi a Hezbollah in un'offensiva che ha raggiunto l'apice con l'eliminazione del segretario (Inside Over)