La lezione di Sammy Basso che sfidava il tempo

La lezione di Sammy Basso che sfidava il tempo
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«La malattia mi toglie molto, ma mi dà anche molto: la mia famiglia l’ho qui, in questa vita; i miei amici sono qui, in questa vita; io e te parliamo, ridiamo e scherziamo insieme perché siamo qui, in questa vita: la mia materia preferita è il futuro, ma voglio vivere e vivermi a pieno il qui ed ora. La malattia è solo una sfumatura». Il sorriso, dolce e beffardo. Gli occhi vivaci e curiosi, mai fermi. (La Stampa)

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Rarissima, a oggi incurabile, la progeria – o malattia di Hutchinson-Gilford (SPHG) – dalla quale era affetto Sammy Basso, il 28enne morto ieri, è una patologia genetica caratterizzata da un invecchiamento accelerato che si manifesta precocemente nell'infanzia, senza alterazione delle capacità intellettive, con alterazioni di pelle, ossa e sistema cardiovascolare. (la Repubblica)

– La malattia che ha strappato alla vita a soli 28 anni Sammy Basso, la progeria di Hutchinson-Gilford (HGPS), è genetica e rarissima. Ma Sammy la sua battaglia contro una patologia tanto rara quanto impietosa l’aveva vinta comunque: era il più longevo malato al mondo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Cos’è la progeria di Hutchinson-Gilford, la malattia da cui era affetto Sammy Basso

«Quando veniva ai miei concerti era una festa», dice Jovanotti di Sammy, ricordando il momento in cui lo prese in braccio al Jova Beach Party davanti a 30mila persone e «fu come se sul palco con me fosse apparso Elvis Presley». (il Giornale)

Roma, Verona, Venezia, Milano e decine di altre città, i viaggi negli Stati Uniti o in Cina per importanti convegni, poi le corse e i concerti (con Jovanotti al Jova Beach Tour), Sammy Basso ovunque è andato ha lasciato il segno, ha tracciato la via, ha seminato amore per lo sport e per la vita. (Tuttosport)

Sammy Basso è morto da 36 ore, ma non l'abbiamo ricordato bene. Sammy Basso era un ricercatore scientifico, non "il più longevo malato di Progeria al mondo". (Fanpage.it)