Scontri a Roma al corteo pro-Palestina: foglio di via per alcuni manifestanti pugliesi

Scontri a Roma al corteo pro-Palestina: foglio di via per alcuni manifestanti pugliesi
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
quotidianodipuglia.it INTERNO

Sono 24 al momento gli agenti delle forze dell'ordine ferite nel corso degli scontri alla manifestazione pro Palestina a Roma. Di questi 20 sono della Polizia di Stato e 4 della Guardia di finanza. Secondo quanto si apprende al momento sono 38 i fogli di via per manifestanti provenienti da varie città tra cui Varese, Livorno, Campobasso, Brindisi, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, Milano, Perugia, Modena, Catania e Bari (quotidianodipuglia.it)

Ne parlano anche altre fonti

Non ci arrendiamo. Il movimento pacifista sta progettando una giornata nazionale che si terrà il 26 ottobre per un più complessivo passo del movimento nonviolento Pro Palestina (left)

Dopo i violenti scontri alla manifestazione pro Palestina a Roma, scattano le cariche delle forze di polizia #5ottobre2024 pic.twitter.com/GdROugaMI8 (AGI - Agenzia Italia)

L’obiettivo è intercettare eventuali infiltrati violenti tra i gruppi che, sfidando il divieto, cercheranno di raggiungere comunque piazzale Ostiense per dar vita a partire dalle 14 a un corteo alla vigilia del 7 ottobre, primo anniversario dell’attacco di Hamas in Israele. (Il Sole 24 ORE)

La ferocia di Netanyahu e il fanatismo in piazza a Roma

Scontri a Roma in piazza della Piramide per la manifestazione pro Palestina. Lancio di sassi, molotov, fumogeni e bombe carta. (Il Fatto Quotidiano)

– Si stanno verificando scontri al corteo pro Palestina non autorizzato di Roma. I manifestanti hanno lanciato bottiglie, bastoni e bombe carta. Nel tentativo di passare e fare il corteo, non autorizzato, si sono scagliati contro i blindati della polizia che, prima ha usato lacrimogeni e idranti, e poi li ha caricati. (Il Faro online)

scendere su Gaza non le bombe, Facciamo sempre la cosa più ovvia. Forse è per questo che non cambiamo mai, che ricorriamo alla vendetta come se fosse un anestetico e non un veleno. Mi ci ha fatto ragionare Amelia Fresia, la moglie di Bruno Gambarotta, insegnante cattolica torinese in pensione che ha avuto dodici familiari sterminati ad Auschwitz e una zia tornata per miracolo. (La Stampa)