L’allarme dei geologi: “Non bisogna abbassare la guardia”
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Rispetto a 30 anni fa i progressi sono stati tanti, ma è difficile escludere che un’alluvione come quella del ‘94 possa ripetersi. Per questo, avvisa il presidente dell’Ordine regionale dei geologi, Ugo De la Pierre, è necessario continuare a «presidiare il territorio» aggiornando i piani regolatori e rivedendo i fattori di rischio. Guardando indietro al 1994, cosa si può dire del Piemonte oggi? «Molte cose sono cambiate: allora eravamo sprovvisti di strumenti di pianificazione territoriale, e anche la protezione civile era all’inizio, mentre ora è di primo livello. (La Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Possono partecipare al concorso sia professionisti che non professionisti da tutta Italia compilando il modulo d’iscrizione dedicato e inviandolo all’Associazione C. (Cronache Cittadine)
Alle 18 nel teatro Mimmo Càndito si terrà una cerimonia di ricordo “A 30 anni dalla grande alluvione” con l’intervento di Gabriele Degiovanni, giornalista collaboratore della Sesia dal 1994 al 2007, di Fabrizio Galliati dell’Azienda florovivaistica Rosacisalpina gravemente danneggiata dall’esondazione e di Silvio Ottino funzionario dell’ufficio tecnico del Comune. (La Sesia | Cronaca)
Quando l’alluvione travolge San Raffaele Cimena, nel Torinese, tra le strade che franano per prime c’è quella che porta al convento del paese. Dentro ci sono quaranta suore allettate e malate. (La Stampa)
La Provincia di Frosinone ha avviato i lavori di risanamento del tratto dal km 3+500 al km 4+650 della Strada Provinciale 6 ‘Casalvieri-Atina’, un’arteria vitale che connette i comuni di Casalvieri e Atina, cruciali per il tessuto economico e sociale dell’intera area. (Frosinone News)
«Abbiamo già chiesto con la finanziaria 2025 che vengano destinati ulteriori 2,5 miliardi per la protezione civile: un aumento del 35% rispetto all'anno precedente» ha detto Pichetto, sollecitando una reazione alla «nuova normalità» dei cambiamenti climatici: «È necessaria la definizione di un nuovo modo di concepire e mettere in atto le azioni per rendere sicuri i territori più fragili, ma anche quelli considerati sicuri fino a ieri». (La Stampa)
Nell’occasione si è ricordata l’esperienza vissuta in quel periodo nell’ufficio di via Carducci e che ha lasciato il segno in ognuno dei partecipanti. (La Stampa)