Özpetek con il suo Diamanti crea un vero e proprio ''regno delle donne''
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Ribelle quanto basta amo gli animali e in particolare i gatti. Inseguo sempre i miei sogni come quello di scrivere e da sempre racconto storie spesso e volentieri di mici e micie. Donne. Il regno delle donne. Se potessi stigmatizzare "Diamanti" di Ferzan Özpetek lo definirei così. E cominciando dalla fine..con una sorta di recensione alla rovescia, ho trovato bellissimo che la pellicola sia stata dedicata a tre grandi grandi attrici del passato, indimenticabili , assolutamente indimenticabili. (il Dolomiti)
Su altre fonti
Ferzan Ozpetek è uno dei maestri del cinema italiano, capace di trasformare ogni sua opera in un'esperienza intima e universale. Prima del suo attesissimo nuovo progetto, Diamanti, i fan possono riscoprire su Netflix uno dei film più commoventi e intensi della sua carriera, Nuovo Olimpo. (L'Architetto)
Una donna che fa il suo mestiere da molto tempo e che intraprende una relazione clandestina con un ragazzo più giovane di lei. È stata la mamma di Lolita Lobosco, ma anche Libera, Felicia Impastato e Cettina. (bari.corriere.it)
Ozpetek riesce ancora a commuovere e a coinvolgerci, abbiamo le situazioni più comuni, quelle di cui si occupa la cronaca quasi quotidianamente come il marito violento o il ragazzo che si chiude in camera e non vuole avere rapporti col mondo e nemmeno coi genitori, o la situazione di chi non riesce ad arrivare a fine mese anche lavorando sodo tutto il giorno. (MYmovies.it)
Seguiamo gli intrecci e i drammi di sarte, costumiste e modelliste. Questa è parte della trama. I “Diamanti” di Ferzan Ozpetek sono le donne che orbitano in una importante sartoria della Capitale gestita da due sorelle, interpretate da Jasmine Trinca e Luisa Ranieri. (MOW)
Il film, appena uscito in Italia, sarà proiettato il 23 gennaio in anteprima per la Francia al cinema Publicis, a pochi passi dall'Arco di Trionfo. All'evento saranno presenti il regista e Jasmine Trinca (Sky Tg24 )
A 65 anni Ferzan Özpetek firma la regia del suo quindicesimo lungometraggio e con Diamanti porta a termine la sua opera più ambiziosa, quella in cui la riflessione sul femminile – da sempre tra i cardini della poetica del cineasta – raggiunge il suo acme, senza per questo schivare le trappole di un mélo eccessivamente barocco, frastornante, e in cui la dimensione meta-narrativa appare un orpello non solo poco efficace, ma persino deleterio. (quinlan.it)