Ucraina, Salvini “Prima di mandare soldati essere certi di cosa si fa”
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ROMA (ITALPRESS) – “Mi auguro che l’Italia sia centrale per la pace in Ucraina. Ma noi abbiamo 7.500 soldati italiani impegnati in missioni di pace in giro per il mondo, per una spesa superiore al miliardo. Prima di spendere un euro in più o ipotizzare l’invio di un soldato in più, bisogna essere assolutamente certi di quello che si fa e di come lo si fa, perchè altrimenti l’esempio dell’Afghanistan non è lontano dalla nostra memoria”. (SardiniaPost)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Caro Giorgio, avevo già condannato categoricamente la proposta, avanzata mesi addietro da Macron, di spedire soldati degli Stati membri dell'Unione Europea a combattere in Ucraina contro la Russia. (il Giornale)
È necessario dare a Kiev concrete garanzie di sicurezza in un contesto Nato». «Inviare truppe europee in Ucraina è un'ipotesi poco efficace e molto rischiosa. (il Giornale)
Possibile mandarle, sottolineano sia Palazzo Chigi che la Farnesina, ma soltanto sotto l'egida dell'Onu. Un'opinione, questa, che per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è condivisa anche dall'altro alleato di maggioranza. (il Giornale)
Va diritta al punto: per evitare una pace "fragile e temporanea, bisogna fornire a Kiev garanzie di sicurezza nel contesto dell’Alleanza atlantica". Francia e Inghilterra insistono, l’Italia punta i piedi, e il clima si arroventa. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Il ruolo centrale che il presidente francese si è assegnato da solo la infastidisce, a maggior ragione perché Macron insiste su quell’invio di truppe europee che per l’Italia, almeno in questa forma, è fuori discussione. (il manifesto)
Davanti a Salvini c’è un sentiero sempre più stretto. È difficile da reggere, per il Capitano leghista, il “no” al coinvolgimento di soldati italiani in una forza multinazionale di pace, come quella che Meloni, che anche ieri ha messo le mani avanti («Non è all’ordine del giorno») alla fine accetterebbe per frenare la fretta di Macron e Starmer. (La Stampa)