Il no di Meloni a von der Leyen, una scelta fallimentare

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Italia Oggi INTERNO

Lorenzo Castellani «Una scelta che potremmo dire sentimentale, di coerenza verso la propria comunità e i propri elettori. Ma dal punto di vista degli assetti europei fallimentare». Così Lorenzo Castellani, storico e politologo dell’Università Luiss Guido Carli, legge il voto contrario di Fratelli d’Italia alla rielezione di Ursula von der Leyen. Una decisione, quella di Giorgia Meloni, dice Castellani, che rende «l’Italia, almeno in questa prima fase, più debole in Europa». (Italia Oggi)

Se ne è parlato anche su altri media

“Manterremo la rotta su tutti gli obiettivi, compreso il Green Deal“, incluso il bando delle auto a benzina e diesel nel 2035, il taglio del 90 per cento delle emissioni entro il 2040 e un piano per una “industria pulita” nei primi 100 giorni. (Nicola Porro)

Il risultato è un testo che si potrebbe riassumere nella formula (non ossimorica per quanto possa sembrarlo) di «continuità nella discontinuità». Ursula Von der Leyen mette nero su bianco il programma per la prossima legislatura europea in un documento di trenta pagine intitolato Europe's Choice in cui definisce le linee politiche del suo secondo mandato da presidente della Commissione Ue. (il Giornale)

Perché? "Perché abbiamo ascoltato gli impegni programmatici solo ieri mattina, e si è svelato un intento programmatico spostato a sinistra con un rilancio di politiche ideologiche sull’ambiente e obiettivi ancora più stringenti sul Green deal. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Le conseguenze del no di Fratelli d'Italia a Ursula von der Leyen

Ma la premier ha scelto di non metterci la faccia. «Dove ci sono socialisti e verdi non possiamo esserci noi». (Open)

Autore Lorenzo Castellani Data 18 Luglio 2024 Salva Salvato Versione pdf Condividi Iscriviti per scaricare la versione pdf di questo articolo (Le Grand Continent)

Piuttosto lo si sbandiera ed esibisce con anticipo, senza lasciarsi tritare dalle accuse di alimentare doppi e tripli forni. Un «no» che arriva dopo un’intensa e serrata trattativa non può essere considerato una scelta. (Avvenire)