La grande fuga dal Libano che guarda l’abisso

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il manifesto ESTERI

Non è ancora l’alba nel campo profughi di Shatila quando migliaia di persone prese dal panico iniziano a riversarsi nelle strade. La notte tra il 27 e il 28 settembre è stata una delle più difficili per la capitale libanese di Beirut, a causa dell’intensificarsi dei bombardamenti israeliani nel vicino quartiere di Dahiyeh, che hanno portato all’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, assieme ad altre decine di morti e feriti tra civili. (il manifesto)

Se ne è parlato anche su altri media

Il ministero degli Esteri minaccia vendetta per l’uccisione del generale dei pasdaran Abbas Nilforoushan, sorpreso con il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah nel bunker distrutto dalle bombe penetranti di Israele. (ilmessaggero.it)

Secondo l’agenzia di stampa libanese, in effetti sarebbero in corso scontri in alcune zone del Libano meridionale ma le truppe israeliane non avrebbero ancora superato in massa il confine. (Nicola Porro)

Fonti ufficiali Usa: «Il blitz è cominciato». Joe Biden: «Fermatevi». (La Verità)

Israele, via alle prime incursioni via terra in Libano

Spari dai carri armati e un fitto fuoco di sbarramento dall’artiglieria.È cominciata dopo il tramonto l’invasione del Libano meridionale con operazioni che si preannunciano limitate, ma che nei piani non escludono un impegno duraturo e ad ampio raggio. (Avvenire)

Un vero e proprio cortocircuito a livello mediatico, quello tra Tel Aviv e Washington, che non aiuta certo alla distensione dei rapporti. (Adnkronos)

Il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato che lo Stato ebraico gli ha fatto sapere di aver avviato quelle che al momento sono «operazioni terrestri limitate» in Libano, concentrate sulle infrastrutture belliche di Hezbollah nei pressi del confine. (Open)