Jake Paul dopo Tyson arriva la sfida del Campione del Mondo!

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Powned.it SPORT

Jake Paul, dopo aver battuto Mike Tyson con una decisione unanime, ha ricevuto un’offerta per un match valido per il titolo mondiale indiscusso dal campione in carica Artur Beterbiev. Questa proposta segna un momento cruciale nella carriera del giovane pugile e content creator, che ha ora un record di 11-1. Paul batte Tyson: i dettagli del match Il tanto atteso incontro tra Jake Paul e Mike Tyson, tenutosi il 16 novembre, si è concluso con una vittoria netta per Paul. (Powned.it)

Su altre testate

Il mito del pugilato battuto, ma solo ai punti, da un boxeur diventato celebre grazie a YouTube. E così succede che a New York l’altra sera Mike Tyson è tornato a combattere a 58 anni contro un 27enne, Jake Paul, che vince, non senza sudare e su decisione unanime dei giudici, 40 milioni di dollari in un match destinato alla memoria più dei social che della storia della boxe. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

“L’esibizionismo trumpiano sta diventando traducibile in altre sfere di influenza, come lo sport. Il conservatorismo è ormai sempre più nella cultura popolare” (IlNapolista)

Attorno a questa consapevolezza, Paul e altri hanno avuto la capacità di costruire un mercato nuovo e di chiamarlo in una maniera che ci facesse dimenticare che sempre di compravendita di idiozia si trattava: influencer economy, questo ci siamo ridotti a dire per non dirci che l’umana civiltà è avanzata al punto tale che l’idiozia non è più una condizione dalla quale affrancarsi ma una fortuna da desiderare. (Undici)

Mike Tyson: “A giugno sono quasi morto. Una vittoria salire sul ring un’ultima volta”

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Guarnacci: «Ma perché hai abbandonato?». Artemio Altidori: «Lo so io perché: i cazzotti fanno male». Dialogo tra Ugo Tognazzi-Guarnacci e Vittorio Gassman-Artemio nell'episodio «La nobile arte», del film I Mostri di Mario Monicelli. (il Giornale)

Nessun rimpianto per essere salito sul ring un'ultima volta". "Questa è una di quelle situazioni in cui hai perso ma comunque hai vinto. (la Repubblica)