Umbria ed Emilia Romagna: la rissa Pd-M5S agita la vigilia. Il "campo largo" è un "campo di battaglia"
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Due test molto più delicati per il centrosinistra quelli del rinnovo dei consigli regionali di Umbria ed Emilia Romagna. Nell'ex campo largo - o campo monco- la vigilia è stata agitatata da polemiche furibonde, sancendo un solco profondo tra i due principali attori della coalizione. Sono volati stracci fino (Secolo d'Italia)
La notizia riportata su altre testate
La candidata ha risposto con un sorriso, dichiarando: “La foto insieme? Siamo molto realistici e poco scaramantici.” Un commento che ha subito rivelato la sua visione pragmatica della politica, senza indulgere in simbolismi o superstizioni. (Umbria Journal il sito degli umbri)
Tutto gira attorno a una percentuale: il 39,3. E questo nonostante la contesa emiliano-romagnola - osserva Il Messaggero - sia meno ardua di quella che si gioca in Umbria. (Liberoquotidiano.it)
Sul palco stringono in mano la Costituzione italiana, unite da un obiettivo comune, chiudere la... Leggi tutta la notizia (Virgilio)
Ci sono tre donne sul palco della Città della domenica di Perugia, che sessant’anni fa fu il primo parco divertimenti d’Italia. In platea vengono accesi bracieri:il fuoco crea l’atmosfera giusta e riscalda le decine di sindaci umbri e i tanti cittadini venuti a sostenere Proietti all’ultima curva prima del traguardo. (il manifesto)
Sono 701.367 gli elettori umbri chiamati alle urne domenica 17 e lunedì 18 novembre, dalle ore 7:00 alle ore 23:00 di domenica e dalle ore 7:00 alle 15:00 di lunedì, per eleggere il Presidente della Giunta regionale e i consiglieri che formeranno l’Assemblea legislativa dell’Umbria. (Today.it)
L’ultima volta che si erano ritrovati assieme, nel modo tradizionale in cui ci ritrova da alleati alla fine di una campagna elettorale, era stata in Liguria e com’è noto non era andata a finire bene: teatro stracolmo in ogni ordine di posto, giornalisti e cineoperatori allertati per tempo, organizzazione meticolosa e alla fine, poi, una sconfitta elettorale accompagnata quella permanente sensazione di alleanza appiccicaticcia, con reciproca insoddisfazione, tale da rinnegare persino il balsamo che il genovese Fabrizio De André aveva spalmato nei cuori delle coppie poi scoppiate, quel «meglio lasciarci che non esserci mai incontrati» pluricitato da oltre mezzo secolo. (Corriere della Sera)