Torino, corteo e fiaccolata sfidano i divieti della questura

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il manifesto INTERNO

In piazza contro il divieto di manifestare imposto dalla questura. Comitati, associazioni e collettivi Pro-Pal si sono dati appuntamento in serata a Torino «per sostenere la Palestina, la sua resistenza e il Libano» e per denunciare il genocidio in corso a Gaza. Due i cortei. Uno dal Campus Einaudi dove nel tardo pomeriggio aveva parlato Mjriam Abu Samra, ricercatrice e attivista italo-palestinese, guidato dagli universitari dell’Intifada studentesca, aperto dallo striscione «Un anno di resistenza, un anno di genocidio». (il manifesto)

Ne parlano anche altre fonti

"Oggi serve essere tutti uniti nel combattere il terrorismo di Hamas", ha aggiunto l'esponente di FdI (LAPRESSE)

Manifestazione pro Palestina a Torino ad un anno dall’attacco di Hamas contro Israele che ha acceso il conflitto in Medioriente. Dopo un presidio in Piazza Castello i manifestanti si sono mossi in corteo per le strade della città, tensioni con la Polizia sotto la sede Rai. (Corriere TV)

Il giovane fermato durante gli scontri al corteo del 5 ottobre per la Palestina è stato accusato di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Per questo, dopo il processo per direttissima svolto nella mattinata del 7 ottobre, finirà ai domiciliari. (Virgilio Notizie)

5 ottobre: abusi in divisa

Abbiamo visto migliaia di persone mettersi in viaggio da tutta Italia, e riempire una piazza, sfidando il divieto del Governo, respingendo al mittente l’assurda pretesa di limitare il diritto a opporsi a un genocidio in corso. (Potere al Popolo)

I soliti noti, professionisti della contestazione e del caos, hanno approfittato della manifestazione di Roma per attaccare le forze dell’ordine. Un momento della manifestazione pro Palestina di sabato a RomaMissing Credit “Autunno caldo – osservano dal Viminale – è una espressione un po’ forte. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Nonostante una martellante campagna di terrorismo mediatico atta a diffondere un generale sentimento di paura e incertezza, i/le solidali di questo Paese hanno deciso ugualmente di rispondere alla chiamata nazionale di sabato 5 ottobre. (Osservatorio Repressione)