Speciale guerra in Medio Oriente: 10 mappe e grafici per capire l’escalation

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ISPI ESTERI

La guerra in Medio Oriente si allarga a macchia d’olio. L’escalation iniziata un anno fa, con l’attacco di Hamas a Israele, non si limita più ai soli territori di Israele e Gaza. Nel giro di un anno, la peggior crisi nell’area da circa mezzo secolo è arrivata a coinvolgere di fatto l’intera regione. Dopo l’attacco con missili balistici, condotto dall’Iran contro Israele il primo ottobre, si attende ora la risposta di Tel Aviv (ISPI)

Ne parlano anche altre testate

La guerra regola il mondo, «ridefinisce poteri» e la decisione di Netanyahu di chiamare «nuovo ordine» l’operazione lanciata sul Libano non fa che sottolineare la continuità ideologica con il «grande piano» dei neo-con americani conosciuto all’alba di questo millennio. (il manifesto)

TEL AVIV – Un anno fa era difficile pensare che Benjamin Netanyahu sarebbe risorto da ceneri come quelle della casa del signor Oded Lifshitz, qui a Nir Oz. (la Repubblica)

Morali, giuridici e politici. È possibile che la rappresaglia di Gaza sia immorale o sproporzionata, avendo causato troppe vittime tra i civili. (L'HuffPost)

Ma Israele è più forte e Teheran più isolata

Caro Avvenire, la drammatica escalation in Medio Oriente ci dimostra, ancora una volta, che gli estremismi e i fondamentalismi politici, culturali e religiosi alimentano solo guerre e varie forme di violenza, senza risolvere i problemi che sono alla base dei conflitti. (Avvenire)

Riprendendo Federico Rampini sul Corsera, abbiamo provato a dare una chiave di lettura sul perché l’Iran appare solo nella guerra contro Israele e chi sono i grandi assenti in questo conflitto. Sulle pagine de il Manifesto, Alberto Negri offre un punto di vista alternativo a quello del 'blocco atlantico' (Dire)

Se lo scopo di Hamas era di rompere gli equilibri regionali, oltre che incutere terrore e lasciare una traccia di barbarie inaudita, il Movimento della resistenza islamica li ha conseguiti entrambi. La traccia terroristica è indelebile. (La Stampa)