Democrazia americana: così sgangherata, così resistente (chi può dire altrettanto?)
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In queste ore in cui si celebra il rito della moderna liberaldemocrazia nel Paese dov’è nata, vale la pena soffermarsi proprio su questo punto. A chi pensa che l’America sia sull’orlo del baratro, potenzialmente vicina a una svolta autoritaria, non si possono dare risposte certe: la storia è piena di sorprese, anche orribili. Però se la storia passata insegna qualcosa, è che non bisogna cedere facilmente al catastrofismo, quando si tratta dell’America. (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altri media
– A prescindere da chi esca vincitore dalle urne dell’Election Day, c’è già una certezza: la democrazia americana sopravviverà. Ed anzi, sarà ancora più forte. Non ci sarà nessuna svolta autoritaria, nemmeno se a trionfare dovesse essere Donald Trump, con buona pace degli esperti di comunicazione della campagna di Kamala Harris. (Il Faro online)
Perché può dirci molto anche sull’oggi e sulla salute delle nostre democrazie, tanto negli Stati Uniti quanto in Europa. L’estate di otto anni fa, quando apparve chiaro che Trump sarebbe entrato da protagonista sulla scena politica tirandosi dietro i dimenticati e gli arrabbiati d’America, si accese un dibattito che si ripropone adesso persino con più urgenza. (Corriere della Sera)
Di Katia Regina Non mi fido degli americani. Il groviglio di contraddizioni è troppo intricato. (Virgilio)
«Tutti dicono che sarà un’elezione molto dibattuta, si avverte la tensione di una partita aperta ma anche un clima di grande prudenza rispetto ai dati degli exit poll». Speranzosi ma prudenti. (Vita)
In queste settimane pre-elettorali, c’è una frase di due parole che continua a venirmi in mente. Queste due parole sono in qualche modo un riassunto conciso ma accurato di ciò che penso e sento riguardo a queste elezioni—e di ciò che è in gioco in queste elezioni. (Nicola Porro)
La maggioranza degli statunitensi che hanno votato per Trump ritengono che i giorni migliori dell’America siano nel passato (66%), chi ha votato per Harris pensa invece che quei giorni debbano ancora venire (60%). (QUOTIDIANO NAZIONALE)