America spaccata in due. Il politologo Jones: fratture profonde: "Ma il pericolo vero è la violenza"

America spaccata in due. Il politologo Jones: fratture profonde: Ma il pericolo vero è la violenza
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QUOTIDIANO NAZIONALE ESTERI

A notte inoltrata l’unico dato certo sull’esito delle elezioni presidenziali statunitensi è l’incertezza. Attesa e manifesta in un Paese in bilico fra la possibilità storica di far entrare la prima donna alla Casa Bianca e quella di rimettere il bastone del comando in mano a chi sepellisce i resti della Guerra fredda sotto una malcelata e controversa cordialità con la democratura di Vladimir Putin (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ne parlano anche altre fonti

Non si riesce mai a capire chi siano davvero gli americani. Il groviglio di contraddizioni è troppo intricato. (Virgilio)

In queste settimane pre-elettorali, c’è una frase di due parole che continua a venirmi in mente. La frase è il titolo di un libro che ho letto quando ero ventenne, “O America”, di Luigi Barzini (il libro che, by the way, dà il nome a questa rubrica su Atlantico Quotidiano). (Nicola Porro)

L’estate di otto anni fa, quando apparve chiaro che Trump sarebbe entrato da protagonista sulla scena politica tirandosi dietro i dimenticati e gli arrabbiati d’America, si accese un dibattito che si ripropone adesso persino con più urgenza. (Corriere della Sera)

La scelta americana e l'avanzata dei passivo-aggressivi

Federico Mento, direttore di Ashoka Italia, sintetizza così il clima che in queste ore si respira fra i colleghi dell’head quarter di Ashoka, in Virginia. «Tutti dicono che sarà un’elezione molto dibattuta, si avverte la tensione di una partita aperta ma anche un clima di grande prudenza rispetto ai dati degli exit poll». (Vita)

Ed è con quel consenso che dovremmo fare i conti. Ripeto, anche se Trump dovesse perdere. Se vince o perde, rimarrà come un macigno sulle nostre democrazia il consenso che questo uomo ripugnante è riuscito a calamitare in tutti questi anni. (Valigia Blu)

Il settimanale britannico ha sintetizzato l’attesa con una copertina dove una gigantesca cravatta rossa, capovolta e trasformata in un missile al decollo, dominava la prospettiva washingtoniana che conduce alla neoclassica Casa Bianca (Corriere della Sera)