Fino a +35% alle cinesi, ma la Ue “grazia” Tesla

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la Repubblica ECONOMIA

TORINO — I dazi usciti dal voto di ieri sono un pelo più leggeri dell’ultima versione. Una limatura che permette a Tesla e al patron Elon Musk di sorridere rispetto alle previsioni iniziali. Già perché alla fine la politica del produttore statunitense, che possiede una fabbrica a Shanghai, ha dato i suoi frutti. È riuscito a dimostrare a Bruxelles che i sostegni ricevuti dalla Cina sono stati ridotti rispetto ai produttori. (la Repubblica)

Su altri media

«Come azienda globale - si legge in una dichiarazione -, sosteniamo la concorrenza libera e leale. Tuttavia, l'impegno etico di Stellantis nei confronti della mobilita elettrica e incrollabile e, poiche la nostra missione e quella di fornire ai nostri clienti auto sicure, pulite e a prezzi accessibili, siamo profondamente concentrati nel colmare rapidamente il divario di competitivita. (Il Messaggero - Motori)

Il prossimo passaggio vedrà l'imposizione dei dazi definitivi, entro il 30 ottobre. (Auto.it)

Torino — La Commissione lo considera come un voto favorevole, anche se alla fine toccherà alla presidente Ursula von der Leyen e al suo esecutivo decidere. E i Paesi che più rappresentano l’industria dell’auto del Vecchio Continente sono andati in ordine sparso. (la Repubblica)

«Auto elettrica: i dazi non ci proteggono dalla Cina»

Il voto contrario della Germania e di altri quattro Paesi non è bastato a bloccare i dazi sulle auto elettriche cinesi. L'Unione Europea si è spaccata sulla proposta di introdurre tariffe nei confronti di alcuni produttori di auto elettriche assemblate in Cina (L'HuffPost)

Nel Comitato difesa commerciale (Tdi), che si è riunito venerdì mattina, non è stata raggiunta la necessaria maggioranza qualificata a favore o contro la proposta della Commissione: 10 Stati tra cui hanno l’Italia e la Francia votato a favore, cinque – guidati dalla Germania – contro e ben 12 si sono astenuti, tra cui la Spagna. (Il Fatto Quotidiano)

Josef Nierling, Ceo di Porsche Consulting Italia, non crede all’efficacia delle barriere tariffarie a tutela dell’auto elettrica made in Europe. «Potremo continuare ad alzare i dazi all’infinito, ma in questo momento il gap di competitività e di costi è tale che la Cina potrebbe permettersi politiche di prezzo ancora più vantaggiose e comunque riuscirebbe a permeare i nostri mercati». (Il Sole 24 ORE)