Il lutto non ferma la festa, il sindaco Marco Peralta: «No allo stop per problemi di ordine pubblico»

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La Nuova Sardegna INTERNO

Inviato a Ozieri In un campo di calcio tutti i bambini dovrebbero essere al sicuro. Non ci sono pericoli e in spazi così grandi il gioco è libertà. Così aveva imparato anche Gioele Putzu che ha cominciato a correre spensierato inseguendo l’aquilone che portava in alto i suoi sogni. Il volo, i colori nel clima della festa nella città dei nonni in attesa dello spettacolo della sera affidato a Fedez. In un attimo la scena è cambiata, la corsa di un bambino si è fermata e il passaggio dal gioco alla tragedia si è materializzato sotto gli occhi di altri bambini. (La Nuova Sardegna)

Se ne è parlato anche su altre testate

Sono terminati i giochi, i divertimenti. All’improvviso, però, l’estate è finita per sempre. (La Nuova Sardegna)

OZIERI – Si chiamava Gioele Putzu e questa sera la sua vita, a soli nove anni, è stata stroncata in modo assurdo: travolto e ucciso da una porta di calcio che gli è crollata addosso mentre giocava con due coetanei nel campo sportivo ‘Meledina’, nella frazione di San Nicola. (Cronache Nuoresi)

Un bambino di 9 anni è stato travolto e ucciso da una porta di calcio che gli è crollata addosso mentre giocava con due coetanei nel campo sportivo Meledina, nella frazione di San Nicola. Tragedia nel pomeriggio di ieri a Ozieri (Sassari). (Il Fatto Quotidiano)

Angelo Calvisi: «L’altro ieri Gioele era in palestra ci ha salutati col sorriso»

Sarà assegnato domani l'incarico al medico legale per eseguire l'autopsia sul corpo di Gioele Putzu, il bambino di 9 anni travolto e ucciso ieri sera dal crollo di una porta da calcio, mentre giocava con gli amichetti in un campo sportivo alla periferia di Ozieri (Tiscali Notizie)

Antonio Conte, fiero della vittoria contro il Cagliari per 4-0, è intervenuto in conferenza stampa dalle 20.35 alle 20.40, circa. “I ragazzi sono stati bravi, in una partita per niente facile, in un campo ostico. (Terzo Tempo Napoli)

Vorrebbe raccontare la felicità di vedere quel bambino sul tatami, ma gli mancano quasi le parole, un groppo in gola difficile da mandar giù. Amaro e inaccettabile, proprio come la tragedia che ha colpito a sangue freddo la famiglia Putzu. (La Nuova Sardegna)